di Massimo Fabi
Dopo il Barcellona, i Colchoneros, forti dello spirito ‘cholista’, procurano incubi anche al Bayern Monaco.”In guerra non vince chi ha più soldati, ma chi li sa usare meglio“. Parole di Simeone, che racchiudono il senso tattico del match colchoneros. I numeri parlano chiaro: l’Atletico Madrid in undici gare di Champions su dodici non prende gol tra le proprie mura. Traguardo raggiunto con estremo agonismo e raddoppi di marcatura che hanno reso inermi sia la regia di Xabi Alonso sia gli spunti di Douglas Costa e Coman. L’assenza di Godin amplifica l’impresa dell’Atletico, dimostrando come la solidità della squadra non risieda nei singoli. La chiave è nell’applicazione del collettivo, a partire dagli attaccanti: i pochi guizzi offensivi degni di nota sono stati controbilanciati da un lavoro tattico impressionante. Griezmann è preziosissimo nei compiti di interdizione e ripartenza: ne è l’esempio quel recupero palla e contropiede che portano Fernando Torres a un passo dal gol del raddoppio.
E il Bayern? Non è un caso che in un clima da battaglia il migliore sia stato Arturo Vidal, forse l’unico ad avere carattere e tenacia che potessero tener testa ai ‘soldati’ di Simeone. L’esatto opposto del collega di reparto Thiago Alcantara, totalmente annichilito. ‘El Cholismo’ dunque, surclassa tecnica e palleggio ‘spensierato’ di marca spagnola: fare bel calcio contro i Colchoneros sembra impossibile, ecco perché Guardiola, dovrà metterla tra una settimana sul piano fisico, nervoso e del carisma.