Juventus, l’Italia adesso stretta

Posted By on Mag 1, 2016 | 0 comments


di Nicola Ciacciarelli

 

Il quinto scudetto di fila è ormai archiviato. La finale di Coppa Italia è ancora distante e, dunque, per la Juventus sono giorni in cui si pianifica il futuro. Un futuro che la società prevede con Massimiliano Allegri, condottiero di una squadra capace di sopperire alla mancanza di Vidal, Pirlo e Tevez e infilare 24 successi in 25 incontri, compiendo una rimonta senza precedenti. Se in Italia il dominio bianconero sembra possa durare ancora per diversi anni, il discorso cambia leggermente in ottica europea. Ma i miglioramenti, oltre frontiera, sono evidenti. La finale dello scorso anno non è stata solo frutto di casualità e sorteggi benevoli, ma di un cambiamento di mentalità e atteggiamento, confermato anche in questa stagione, nonostante l’eliminazione beffa dell’Allianz Arena. Cambiamenti che hanno un filo conduttore: la Germania. Sì, perchè è a Dortmund che la Juve ha migliorato il passo. Un inizio sprint di gara che sorprese l’allora formazione di Klopp, probabilmente convinto che gli italiani avrebbero speculato sul vantaggio dell’andata (2-1). Finì con un trionfale 3-0 e l’inizio di un sogno che si infranse solo contro il Barcellona. Quest’anno la conferma in casa di una delle favorite, il Bayern di Guardiola. Ancora una volta un inizio bruciante. I bianconeri non hanno aspettato, ma aggredito un avversario più forte, perlomeno sulla carta. Eppure manca quel centesimo per fare un euro. La Juve guarda le quattro semifinaliste e dice”Potevo esserci anch’io”. Il gioco c’è, i giusti accorgimenti tecnico-tattici pure: Allegri, rispetto al suo predecessore, non sembra fossilizzarsi sulla tanto chiacchierata difesa a tre. Eppure qualcosina manca.

Analizzando i”freddi”numeri del fatturato di tre delle quattro semifinaliste ecco qui la differenza:Real Madrid 577 milioni,Bayern 474Manchester City 463.5. Primi, quinti e sesti nella classifica del fatturato. Mentre la società di corso Galileo Ferraris è decima con 323.9 milioni. C’è però l’Atletico del Cholo a scombinare le carte in tavola. I colchoneros sono quindicesimi con 187.1 milioni, dietro addirittura Schalke e Milan. Da ricordare, però, che i madrileni sono spesso ”aiutati” da alcuni fondi di investimento come Doyen sports, che finanziò, ad esempio, il 55% dell’acquisto diRadamel Falcao dal Porto, per cui la società di Enrique Cerezo sborsò solamente 18 milioni. Sotto la presidenza Agnelli, il divario con il Real Madrid è sensibilmente diminuto: dal 2011 al 2015 le merengues sono migliorati di 97.3 milioni di euro, mentre la Juventus di ben 170. Piccoli, ma importanti passi per una società che nel 2006 era ad un passo dal baratro, se si pensa che a cavallo tra l’estate di Calciopoli e l’anno di B la Juventus passò da un fatturato di 251.2 milioni di euro a 145 milioni!

Le differenze di natura economica con alcune delle migliori società europee sono ancora evidenti ma, come la scorsa stagione dimostra, sul campo la Signora è allo stesso livello delle big. Inevitabile che il pensiero vada al mercato. I primi nomi sono stati già fatti, Andrè Gomes e Cavanisu tutti. Il primo sembrerebbe essere a tutti gli effetti l’ideale sostituto ed erede di Claudio Marchisio, il secondo è il puntero che i bianconeri stanno inseguendo da anni. Da Aguero a Van Persie, passando per la suggestione Ibra. Un giocatore adatto ad ogni evenienza e modulo. L’uruguagio formerebbe una super coppia con Dybala. Un duo dinamico, moderno, capace di scambiarsi i ruoli di prima e seconda punta, ed europeo. Perchè l’Italia comincia a star stretta a Vinovo e l’Europa appare un obiettivo sempre più concreto.

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