Giacomo Pariselli
Quando il gioco si fa duro i duri cominciano a giocare. E così il Cholismo colpisce ancora, e l’Atletico torna a Madrid con un pareggio che sa di vittoria, giocando a modo suo. In dieci per ottanta minuti, gli uomini di Simeone (espulso per proteste) hanno saputo pian piano spegnere gli entusiasmi iniziali dei Gunners, che erano partiti alla grande nella prima mezz’ora. Ma i Colchoneros hanno dimostrato ancora una volta di sapersi esaltare contro le grandi, mettendo in campo quella solidità di squadra e impenetrabilità difensiva che hanno fatto la fortuna dell’allenatore argentino. L’Arsenal può recriminare per qualche occasione di troppo sprecata, ma gli uomini di Wenger non sono mai riusciti a sfondare veramente il muro giallo (si, non solo in Italia si usano seconde maglie improbabili) alzato dai madrileni, tant’è che anche il gol del momentaneo vantaggio Gunners di Lacazette nasce da un errore in uscita di Griezmann. Così basta qualche grande parata di Oblak e il gol dello stesso Griezmann, abile a sfruttare uno svarione dei centrali dell’Arsenal, a fissare il punteggio sull’1-1 e a far sorridere l’Atletico, costringendo l’Arsenal a cercare l’impresa al Wanda Metropolitano tra sette giorni. Si era detto della partita nella partita tra i due tecnici, delle filosofie a confronto, della tecnica contro l’agonismo; ecco, Simeone che macina chilometri in tre metri quadri di tribuna e Wenger che fatica ad alzarsi dalla comoda poltrona a bordo campo è la perfetta fotografia di tutto questo, dimostrando una volta di più quanto queste due squadre siano agli antipodi. Non resta che aspettare gli ultimi novanta minuti per sapere se avrà ragione l’inquieto Simeone o il rassegnato Wenger.