Francesco Morasso
Dopo la settimana disastrosa che ha fatto seguito al derby, vincere ieri sera era semplicemente essenziale, per non gettare alle ortiche l’ennesima stagione fin dal mese di ottobre.
E con tanta sofferenza, tanto cuore e tanta grinta i 3 punti fondamentali per il prosieguo del campionato rossonero alla fine sono arrivati, tutto sommato anche meritatamente.
Costretto dagli infortuni e dagli acciacchi di Bonaventura e Calhanoglu, Gattuso schiera per la prima volta in stagione dall’inizio le due punte in un sempreverde 4-4-2, e le risposte che riceve appaiono nel complesso confortanti: Suso e Laxalt larghi sulle fasce interpretano il ruolo in maniera diligente secondo le proprie attitudini, con lo spagnolo più portato ad accentrarsi per arrivare al tiro sul piede forte e l’uruguagio più incline a percorrere la fascia alla ricerca del cross, le due punte riempiono finalmente l’area cercandosi e trovandosi, con il Pipita un pochino più arretrato a fungere quasi da regista avanzato e Cutrone più vicino alla porta, i frequenti chirurgici cambi di gioco da una parte all’altra di Rodriguez sembrano fare molto male al centrocampo a tre della Samp, che smarrisce tempi e misure.
Purtroppo tutte queste incoraggianti premesse vengono vanificate dalle frequenti amnesie difensive di una delle retroguardie più scarse che la storia del Milan ricordi, ed i blucerchiati ribaltano la partita in un attimo.
Mentre piomba il gelo su San Siro e viene spontaneo pensare ad un naufragio imminente, Higuain decide di caricarsi la squadra sulle spalle nel momento più difficile, e da vero fuoriclasse qual è rimette il match in equilibrio dopo un bellissimo scambio con Cutrone.
La ripresa è meno spettacolare, molto combattuta e giocata tutta sul filo dei nervi, ma alla fine lo splendido gol di Suso consente alla squadra di portare a casa l’intera posta e di guardare con un altro spirito ai prossimi impegni, sei punti con Genoa ed Udinese e la stagione sarebbe rimessa sul giusto binario.
Finalmente la tanto attesa risposta della squadra c’è stata,era la cosa più importante insieme al risultato. Il Milan è apparso nuovamente cattivo a livello mentale e reattivo sotto quello fisico. Segno evidente che quanto visto contro il Betis era un riflesso condizionato dalla batosta del derby. Quando su San Siro è calato il gelo dopo il gol di Quagliarella, la fiamma dei giocatori non si è spenta, ma ha continuato ad ardere con il pareggio di Higuain che ha riscaldato anche il resto dello stadio. Ma è stata anche la tenuta nei momenti finali, dove le forze iniziavano a scarseggiare, che deve far ben sperare per il futuro. È mancato il colpo per chiudere definitivamente la partita che si è spento sul palo di Laxalt. Ma dell’atteggiamento di tutti, subentrati compresi, si può essere soddisfatti.
Il 4-4-2 ha dato le sue risposte. Le note liete sono molteplici e riguardano sia il compartimento squadra sia i singoli, così come però ci sono degli aspetti che, sicuramente, saranno da registrare (in primis la difesa).
Col coraggio della disperazione e spinto dalle circostanze Gattuso mischia finalmente le carte sull’orlo del baratro e finisce per ricevere risposte confortanti dalla squadra, indiscutibilmente schierata al suo fianco, prossimo step trovare la forza di rischiare qualche cambio prima del fatidico 75esimo, e possibilmente azzeccarlo.
In linea con la serie di eventi sfortunati che hanno flagellato Milanello nelle ultime stagioni anche nella giornata di ieri non ci si è fatti mancare la consueta brutta notizia. Peccato per Mattia Caldara. Il suo calvario sembra non conoscere fine. Dopo aver smaltito il problema al pube, ecco che a tradirlo è il polpaccio. Sembrava esser arrivato il suo momento, invece ha dovuto rifare il check-in per l’infermeria. Oggi si sottoporrà agli esami strumentali, ma le parole di Gattuso di ieri fanno paura e le conferme arrivate in serata sfiorano il dramma: almeno due mesi di stop. Una tegola pesantissima per un ragazzo che non meritava tutta questa sfortuna. Chi è prossimo al ritorno è Andrea Conti. Venerdì sarà in campo con la Primavera e poi ricomincerà la sua scalata alla maglia da titolare.