Un calcio alla guerra

Posted By on Dic 19, 2018 | 0 comments


di Andrea Tocchio

 

24 Dicembre 1914, Fiandre, pressi di Ypres. Sul Fronte Occidentale, nella “Terra di Nessuno”, fascia che separa la trincea anglo-francese da quella tedesca, cannoni, fucili e mitragliatrici tacciono. Non esplodono bombe, non sibilano proiettili a mezz’aria. L’aria, piuttosto, si riempie di altri suoni, dolci melodie che spezzano la monotonia della solita orchestra di morte. Attaccano i tedeschi con un “Oh Tannenbaum”; poco dopo rispondono gli inglesi intonando “Jingle Bells”.

Non sono atti di patriottismo puro, non sono dimostrazioni e rivendicazioni dettate da un fervente nazionalismo, ma segni di distensione che sfociano nel giro di qualche ora in quello che costituisce un unicum storico: la Tregua di Natale.

Sì, bella storia, starete pensando. Ma, in tutto questo, cosa ci azzecca il calcio? Il football, così come lo chiamano i britannici, recita un ruolo da protagonista in quel Natale. Infatti, a quello sport, che dal Regno Unito si sta diffondendo a macchia d’olio in tutta Europa e nel resto del Mondo, è costretta ad inchinarsi persino la Grande Guerra.

Facendo un passo indietro, dunque, dopo essersi “sfidati” a colpi di canti natalizi, i militari di ambo le fazioni si incontrano a metà strada, nella “Terra di Nessuno” di cui sopra, dove solidarizzano scambiandosi oltre agli auguri, anche alcuni presenti, quali tabacco, birra, grappa e cioccolato, e scattandosi foto a memoria di tale evento. Tutto ciò viene successivamente riportato da Daily Mirror e Times, che pubblicano editoriali e resoconti diretti della vicenda, tratti da lettere spedite alle famiglie dagli stessi soldati.

Ad un certo punto, sempre secondo tali racconti, ecco la svolta: stando alle ricostruzioni, dato il tasso di fraternizzazione crescente, i soldati cominciano ad organizzare delle partite di calcio. I palloni spuntano dalle trincee, forse alcuni sono stati improvvisati, ma si gioca. Si disputano incontri in mezzo a mille difficoltà: il terreno è ghiacciato, le porte sono formate da elmetti o casacche, ai piedi non ci sono scarpini, ma stivali a volte duri come sassi. Ma per un’ora, due ore, mezza giornata, la spensieratezza sopraffà un’immane tragedia.

25 Dicembre 1914: fu così che inglesi, francesi e tedeschi per un giorno diedero un calcio alla Guerra.

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