Torino: un estate tra sogni, speranze e rimpianti

Posted By on Giu 27, 2019 | 0 comments


Alessandro Nardi

Il Torino non viveva un estate così intensa da molti anni: rivoluzionata nella dirigenza, con l’addio del “Dues ex machina” del mercato, Petrachi, che ha preferito le lusinghe di una Roma sempre più disordinata e disorientata, la speranza di rientrare in corsa, con l’ultimo treno, in quel sogno chiamato Europa League ed i rimipianti per averlo gettato alle ortiche durante la stagione. L’immobilità dell’UEFA, che non decide nulla in riguardo alla situazione del Milan, rischia di condizionare non poco l’intera stagione dei granata, che ancora non sanno quando giocheranno la prima gara ufficiale, se parteciperanno all’Europa League o se rimarranno spettatori e di conseguenza, ancora non sanno se costruire una rosa più o meno profonda, ne su quanti introiti potrebbero contare. La colpa però, non è di certo da attribuire, solamente all’ignavismo dell’UEFA, infatti anche la squadra di Mazzarri, pur disputando il migior campionato degli ultimi anni, ha gettato al vento innumerevoli occasioni, per chiudere il conto con largo anticipo. Addirittura, dopo la gara dell’Olimpico contro il Milan, i granata sembravano veramente ad un passo dalla zona Champions. Indipendentemente da quello che sarà il destino europeo dei piemontesi, il prossimo anno, mister Mazzarri, dovrà essere molto bravo a dare ancora più concretezza ai suoi ragazzi, che è stata la cosa che è mancata di più in questa stagione e non solo, anche la società, dovrà operare in modo perfetto sul mercato, evitando, se fosse possibile, colpi ad effetto, ma poi poco utili alla causa, come è stato il trasferimento di Zaza. L’ex attaccante azzurro, è stata la delusione più cocente di questa stagione, con le sole 4 reti messe a segno, non è stato praticamente mai decisivo, inoltre ha oscurato, almeno in parte, la stella di Iago Falque, che la stagione precedente, aveva brillato come non mai. Nonostante questo, il sogno europeo è ancora li, ad un passo. Basta aspettare che l’UEFA sia diretta, da persone che si sappiano prendere le proprie responsabilità.

 

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