Cutrone e Kean, il calcio italiano perde i pezzi

Posted By on Lug 31, 2019 | 0 comments


Giacomo Nannetti

Nella macchina mangia tutto del mercato calcistico odierno, in cui le plusvalenze dominano la scena, a “rimetterci” in questi giorni sono stati due giovani di importanza primaria del nostro calcio come Kean e Cutrone. Il CT azzurro Roberto Mancini sin dall’inizio della sua avventura sulla panchina della nazionale ha dato grande importanza ai freschi talenti italiani, cercando anche di spingere i club di appartenenza a puntare sulle giovani leve nostrane, senza dover obbligatoriamente attingere al mercato estero, eppure nemmeno questo è bastato. Il fair play finanziario e l’assoluto bisogno di plusvalenze hanno portato il calcio italiano a fallire di nuovo perdendo due baby pezzi pregiati. A distanza di pochi giorni, se non ore, sia Cutrone che Kean hanno lasciato lo stivale per raggiungere la Premier League. Cutrone, tuttaltro che felice per questa scelta della società, ha lasciato a malincuore il Milan, squadra dove dal 2007, a soli 9 anni, aveva iniziato il percorso delle giovanili. L’ex rossonero ceduto al Wolverhampton per 18 milioni più bonus è stato il sacrificato in casa Milan per poter avere denaro fresco da investire in nuovi giocatori, ma soprattutto per mettere a bilancio una tanto agognata plusvalenza. Così dopo 90 presenze e 27 reti complessive con la maglia del Diavolo, Cutrone classe 1998 è stato costretto ad emigrare in Inghilterra. Stessa sorte ma con numeri diversi è toccata anche al baby prodigio Moise Kean. Dopo un ottimo finale di stagione sia in bianconero che in nazionale, l’ex Juventino è stato ceduto all’Everton per una cifra vicina ai 30 milioni più eventuali bonus che potrebbero far lievitare il prezzo fino a circa 40. Chiuso dalla troppa concorrenza il e dalla volontà della Vecchia Signora di far cassa, anche il diciannovenne Kean ha abbandonato il Bel paese dopo essere stato il primo millenial a segnare in serie A, ed aver siglato 11 reti in 35 presenze nella massima serie tra Verona ( in prestito la scorsa stagione) e Juventus.  A differenza del Milan però la Juventus, consapevole del fatto di aver ceduto un possibile crack, si è mantenuta la possibilità di pareggiare eventuali offerte future che potranno arrivare all’Everton, grazie ai buoni rapporti che intercorrono tra le due società. La necessità di far cassa e la non troppa fiducia riposta in questi due giovani hanno mostrato un lato del nostro calcio che troppo spesso non guarda in avanti, ma che anzi sembra intimorito dall’avvenire. La speranza di tutti i tifosi italiani è che questi due talenti possano sbocciare definitivamente per poi fare la fortuna della nostra nazionale e chissà, magari tornare in Serie A, ovviamente pagandoli a peso d’oro. Ad oggi quel che resta sono sì queste plusvalenze, ma soprattutto un certo amaro in bocca nel vedere i nostri giovani dover emigrare per trovare spazio.

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