Serie A: la “Rivoluzione Industriale” del pallone

Posted By on Ott 30, 2020 | 0 comments


(di Luca Lippi e Giuseppe Porro)

Il nuovo avanza, “la rivoluzione industriale” calcistica dovrebbe modificare in meglio il nostro sistema calcio, e riportarlo al livello dei migliori campionati europei. Andiamo a scoprire come e quando tutto questo potrà essere realizzato, riportando il nostro calcio ai fasti di un tempo.

Il 13 ottobre si è aperta la strada ai Fondi di private equity nel sistema calcio. Allo stato dell’arte è stato attenzionato il fondo CVC Capital.

Di fatto, sono i prodromi per la creazione di una NewCo che permetta al calcio di vendersi meglio. Ovviamente, l’obiettivo di molti club è quello di raccogliere nuova liquidità o, almeno, liquidità pronta da impiegare, specie in questo periodo di forte contrazione dei ricavi causa i provvedimenti restrittivi per arginare la diffusione del virus.

C’è poi un macro obiettivo, quello di rivedere la governance della Lega, sollecitandone una forma gestionale più manageriale uscendo dalle dinamiche di litigiosità dell’assemblea. In estrema sintesi, si potrebbe assistere a una contrattazione più redditizia dei diritti Tv (vendita del prodotto calcio) sia interni che internazionali.

Tuttavia è utile sottolineare che questo processo sarà operativo non prima di tre anni, per essere più precisi, non sarà operativo per il rinnovo contrattuale triennale dei diritti in corso.

Lo scopo, dunque, è quello di aumentare la torta dei ricavi, questi saranno distribuiti per tutti i club con lo schema della legge Melandri. La legge prevede almeno il 50% degli introiti totali suddivisi tra tutti i club iscritti alla massima divisione nazionale.

Aumentando la “torta” aumenteranno i benefici per tutto il sistema. La trattativa delle prossime settimane non può essere la panacea, CVC ha fatto bene nelle altre esperienze ma non benissimo, nel senso che le migliorie non sempre sono state così evidenti o funzionali, ma questo è anche nella responsabilità dell’assemblea di Lega che deve cogliere e ottimizzare l’opportunità.

CVC Capital, come altri Fondi di equity, non è una realtà industriale ma finanziaria, fatta salva l’importanza del soggetto finanziario, bisogna considerare che entrerebbe nel capitale per il 10/15% ma poi rimane l’incognita dell’autonomia manageriale, ovvero, capire chi avrà la parola definitiva vista la personalità dei diversi presidenti, molti hanno già arricciato il naso sulla possibilità di affidare le decisioni strategiche a CVC.

Il futuro del prodotto quale sarà? Prima di tutto l’eventuale entrata di Amazon e Netflix anche in Italia, e quindi poi vediamo chi sarà il dominus per quanto riguarda la gestione dei diritti, ma questo è tutto ancora lontano da venire.

Al netto dei danni procurati dall’emergenza sanitaria, non sempre gestita con sufficiente razionalità, rimane il deficit fin troppo mortificante per i ricavi delle squadre di calcio. La situazione di squilibrio non è certo solo colpa dell’emergenza sanitaria, è un fenomeno che esiste dagli anni 90, anni in cui il calcio europeo iniziò la sua rivoluzione, trasformando la gestione del sistema da artigianale, com’è tuttora in Italia salvo poche realtà in evoluzione, in industriale.

La corsa non è a guadagnare di più, ma a creare sempre maggiore appeal, con strutture moderne e flessibili, spendibili come fossero templi dove ammirare glorie passate e capolavori contemporanei, ovviamente aumentando sensibilmente i ricavi.

Il rosso delle sei big emerso nelle ultime settimane è il doppio del rosso registrato nella stagione scorsa da tutte le squadre di serie A. C’è bisogno di pronta liquidità. Stadi chiusi e abbonamenti non venduti non possono garantire la tenuta del sistema. I grandi fondi che stanno muovendosi alla ricerca di buone occasioni per speculare, hanno individuato nella serie A un obiettivo sensibile su cui scommettere.

Il rischio qual’è? Che la Lega sia al bivio; scegliere di cedere quote di un “potere” incluso in un sistema non ancora alla resa totale e sostanzialmente appetibile.

I Fondi chiedono sostanzialmente il 10% di tutti i ricavi futuri a fronte di un investimento immediato di un miliardo e mezzo di euro. La cifra subito disponibile messa sul piatto corrisponde al totale dei diritti attualmente percepita dalla Lega in tranche. Tradotto, a fronte di una liquidità immediata la lega deve mettere sullo stesso piatto una riduzione certa dei ricavi futuri.

Fondamentalmente è una scommessa nella quale i Fondi devono valutare la loro capacità di individuare un affare e le società di calcio la capacità di cogliere l’opportunità per aumentare la loro capacità di moltiplicare i ricavi. È un ottimo imprenditore quello che sfrutta il merito creditizio perché certo di avere una progettualità e una strategia vincente nel medio termine. Se non c’è progettualità e determinazione ovviamente l’offerta di CVC potrebbe cadere nel vuoto per resa imprenditoriale dei presidenti.

Per il tifoso cambia tutto, cambierebbe anche la mentalità affettiva, invariata per quanto riguarda la richiesta di impegno dei propri beniamini, ma con mutato orgoglio per l’appartenenza a un club che cambierebbe immagine migliorandola e spendibile al pari dei grandi club europei.

Tuttavia non dobbiamo mai dimenticare l’elemento più importante di tutti. I soldi prodotti dal circo del calcio, generano un miliardo e 300 milioni di tasse che lo Stato utilizza per finanziare TUTTO lo sport in Italia. Al netto di 400 milioni destinati al Coni per le discipline olimpiche, quello che rimane è utilizzato per finanziare le strutture dello sport per i nostri figli e per tutti coloro che necessitano di attività ricreative o motorie in generale a tutte le età. L’industrializzazione del sistema calcio moltiplicherebbe queste risorse.

A proposito della chiusura dello sport non professionistico, non si riesce a comprendere cosa abbia spinto il Governo a tenere aperte le attività scolastiche. Lo scopo della scuola e delle palestre o le associazioni/scuole sportive amatoriali è il medesimo per tutte e due le istituzioni.

Aspettando che il conflitto istituzionale si risolva, o quantomeno aspettando che si aggiusti il tiro, ci godiamo questo calcio raffazzonato, sognando di dominare di nuovo in un prossimo futuro, davanti agli spagnoli, agli inglesi, ai tedeschi come era prima, dove i campioni sceglievano l’Italia, patria del pallone dorato.

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