Testa e piedi d’oro

Posted By on Dic 21, 2020 | 0 comments


di Daniele Izzo

 

Immobile e Luis Alberto, Luis Alberto e Immobile: cambia l’ordine degli addendi, il risultato no. Quando la proprietà commutativa della Lazio, silenziosa e letale, decide di dimostrare la sua valenza, la squadra di Simone Inzaghi non può che uscire vittoriosa dalla contesa.

Tante volte, in questi anni di convivenza tra 10 e 17, l’interazione e la marcatura multipla dei due ha giovato alle sorti dei colori laziali. L’ultima domenica sera, quando Immobile prima e Luis Alberto poi hanno steso un Napoli troppo incerottato per far valere la propria qualità. L’attaccante di Torre Annunziata ha riposto per una sera la scarpa nello sgabuzzino, e d’oro si è cosparso il capo: è bastato, si fa per dire, saltare più in alto di Maksimovic e dipingere un arcobaleno, tanto somigliante allo stellone biancoceleste, così perfetto da superare Ospina e spegnersi all’incrocio dei pali. A metter il sigillo sulla vittoria ci ha pensato poi lo spagnolo. Il Mago si è tolto il cappello sulla trequarti, ha ringraziato per l’errore Mario Rui e con la bacchetta magica, in versione stecca da biliardo, ha messo la palla dove il portiere del Napoli non può arrivare mai. La corsa, e soprattutto l’abbraccio con Simone Inzaghi, che ne sono scaturiti, sono la più viva testimonianza che il gruppo c’è ancora, non s’è mai perso. L’allenatore Piacentino non è sicuramente Lorenzo Maestrelli e l’andaluso è ben lontano da scalfire il trono che Giorgio Chinaglia ha riservato in ogni cuore laziale, però la stretta è stata molto simile a quella che, ormai 45 anni fa, legò i due protagonisti del primo storico scudetto della Lazio. Una sensazione d’unità, di liberazione e di voglia di non mollare mai che espressa da un gesto così forte e loquace è valsa come un gol.

Uscendo dal campo Luiz Felipe ha urlato: ‘Questi siamo! È questa la nostra squadra!’. E aveva ragione. Sopra la Lazio, per una sera, il cielo è tornato sereno, azzurro, e le sue stelle sono riuscite a brillare, chi con la testa, chi con i piedi … d’oro.

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