La matematica è opinione

Posted By on Mar 18, 2021 | 0 comments


di Gianni Massaro

 

Riflessioni su Gattuso, prego.
Si accomodino, detrattori da modificati pensieri a velocità supersonica. A ventisettesima giornata conclusa, con la celebre partita da disputare ancora contro la Juventus a Torino, potenzialmente soltanto tre i punti dal … secondo posto. Certo, potenzialmente, il traffico è fitto e si può passare dal quarto al settimo posto in uno schiocco di dita.
Mentre anche il faraonico club parigino di Mbappé e compagni non detiene il primato, cadendo sciagurato in casa contro il Nantes penultimo, sebbene sia tra le prime otto d’Europa, e finalista agguerrita dell’ultima Champions pochi mesi prima arresasi all’armata bavarese.
La tifoide febbre del calcio insita in Italia, ad alti livelli, colpisce spesso, e volentieri anche.
Milan Napoli ha visto le due squadre più colpite dagli infortuni, o meglio dalle assenze più pesanti nell’arco della stagione, quelle d’attacco. Persistenti, endemiche, rimpianti più o meno lampantemente manifestati non esigui.
Attenendoci allo spettacolo serale del 14 marzo la si può definire partita da tifosi, quelle sfide dove i sostenitori di ambedue le squadre tengono lo sguardo saldo allo schermo sperando. Inneggiava quasi ad assioma la partita, chi segna prima conquista il bottino pieno.
La partita non è delle più scialbe, ma certo è piena di strategia, Gattuso imbriglia il Milan, orfano di Ibra che spietato incanalava la partita d’andata.
Napoli meglio dei rossoneri, compie un balzo importante in classifica, atteso da un test probante in terra giallorossa.
Tanto ancora da fare, ma questa vittoria fornisce un senso agli ultimi mesi del campionato.
Non è spettacolare tantomeno perfetto lo spartito di Gattuso.
Non è neanche mediocre.
Cosa manca per riconquistare la Champions ai partenopei?
Presumibilmente velocità, da ritrovare negli spunti di Mertens, nelle corse di Osihmen, nel recupero di Lozano, nell’ottima alternativa Politano.
La media punti delle prime ventisei più che incoraggiante, ma la competitività è migliore dell’opaco timbro degli ultimi lustri.

 

 

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