(di Gianluca Guarnieri) Anche lo “Special One” compie gli anni. Sono infatti 59 per Mister Jose Mourinho che festeggia il suo primo compleanno sotto l’ombra del Colosseo e di San Pietro. Un momento importante per un allenatore non come gli altri, diverso dagli altri, sicuramente più vincente degli altri. Mou non è come un qualsiasi banale collega e non può bastare qualche vittoria, magari in un derby fortunoso o in una rimonta kafkiana a potersi arrogare il diritto di essere comparato con un tecnico che ha fatto la storia e la leggenda (non esageriamo…) del calcio del XXI° secolo. Parlano i trionfi, i successi, le polemiche, le esternazioni di un uomo poco comune, capace di rivitalizzare ed entusiasmare un popolo intero, sopito fino a quell’incredibile 4 maggio da troppe delusioni ed amarezze. L’uomo di Setubal è approdato nella Capitale proprio per quello. Per fare “reset” con il recente passato e puntare al futuro, ad una “Next generation” romanista, che possa affrontare il proprio destino a petto in fuori, senza dubbi amletici e tentennamenti. Con le idee chiare. Un entusiasmo che ha contagiato una città intera che lo ha adottato immediatamente, conscia di avere al timone della nave giallorossa un Ammiraglio con i controfiocchi, un vero Horatio Nelson, lontano galassie da tecnici più adatti alla zuffa dialettica in conferenza stampa che alle vittorie. L’uomo del Triplete può dare la sterzata alla società dei Friedkin, meritevoli di aver tentato la carta José, conoscendo la sua caparbietà, la sua ossessione per la vittoria, tante volte raggiunta, per il disappunto degli avversari. Mourinho non sarà mai amato dai “competitor”, non ha mai avuto timore del “rumore dei nemici” e ha fatto chiaramente capire quanto sia a disagio in una classifica tra il quarto e l’ottavo posto. Chi ha toccato il cielo con un dito non può ovviamente accontentarsi delle briciole, ed è una cosa quasi elementare. Auguri Mister “Special One”, the Sky is the limit.
