Giovanni Rosati
Il Milan quarto pareggia nell’anticipo serale contro il Napoli terzo, la Roma quinta lo fa alle 15 contro l’Atalanta settima e la Lazio sesta affronta nel big match domenicale la Juventus capolista con poche speranze di vittoria (e infatti alla fine vincono i bianconeri). Non c’è migliore opportunità per l’Inter terza di avvicinarsi al secondo gradino del podio e blindare contemporaneamente il proprio piazzamento sulle dirette concorrenti, e invece allo Stadio Grande Torino basta un colpo di testa di Izzo nel primo tempo a mandare ko i nerazzurri. Si dice che le grandi squadre – come l’Inter del Triplete – siano tali perché dotate di forte carattere oltre che di talento, e perché composte da uomini prima ancora che da grandi giocatori. Bene, quella di Torino era un’occasione da uomini di carattere, e non è stata colta.
Camaleontica – Per fronteggiare il dogmatico 3-5-2 di Mazzarri, ex dal dente avvelenato, Spalletti si schiera con lo stesso modulo del suo avversario inserendo Miranda e Lautaro ed escludendo gli esterni d’attacco. In effetti buona parte di questa scelta arriva proprio per via degli esterni: Politano non è al meglio della condizione, Keita non è neanche convocato, Candreva potrebbe andare in Cina e Perisic ha chiesto la cessione ed è sul punto di trasferirsi in Premier League, anche se delle vere e proprie offerte ai nerazzurri devono ancora arrivare. L’Inter però prende gol e non riesce a scalfire la difesa granata, così il tecnico di Certaldo inserisce Nainggolan per Miranda dopo dieci minuti della ripresa tornando a una linea difensiva a quattro, ma schierando comunque un sistema di gioco inusuale per la Beneamata come il 4-3-1-2. La situazione però non cambia e così a 20’ dalla fine entra anche Politano per Joao Mario, con l’Inter che muta nuovamente assestandosi su una sorta di 4-2-3-1 con Lautaro sacrificato sulla sinistra. All’86’ entra anche Candreva per Vecino, e il modulo si trasforma per l’ennesima volta. Spalletti dimostra di essere un tecnico flessibile ma, come dimostrato dalla stessa partita, flessibile non è sempre sinonimo di vincente.
Sicuramente preoccupante la statistica dei gol segnati di recente dalla squadra nerazzurra. Se nelle ultime sette uscite l’Inter ha subito solamente tre reti, infatti, sul rovescio della medaglia i gol fatti sono comunque solo quattro, veramente pochissimi per la terza forza del nostro campionato. Icardi in proiezione può arrivare a 17-18 gol, non pochi ma neanche tanti a paragone coi 29 dello scorso anno, e sono già due partite consecutive che si rimane completamente a secco. E poi farsi espellere dopo solo un quarto d’ora dal proprio ingresso in campo per aver detto qualcosa di troppo all’arbitro è davvero una leggerezza che fa cadere le braccia ai tifosi nerazzurri, nonché una nuova conferma di quanto detto prima: ci vuole carattere oltre alla qualità, ci vogliono uomini prima che calciatori.