GRANDE TORINO

Posted By on Gen 31, 2022 | 0 comments


di Lucio Marinucci

 

Tra comunicati, stadi a capienza ridotta, positività e quant’altro, prosegue regolarmente questo Campionato irregolare. In mezzo a tutti questi fattori si rischia in realtà di perdere di vista quello più importante: il pallone. Questa Serie A infatti sta regalando sul campo una serie di piacevoli sorprese. Tante sono le squadre che si stanno impegnando nel proporre un calcio moderno e gustoso, capace di coniugare risultati e bel gioco. Dalla Fiorentina di Italiano all’Empoli di Andreazzoli, passando per il Sassuolo di Dionisi e il Verona di Tudor, fino ad arrivare a Torino. Non quella bianconera, ancora fuori dalla agognata zona Champions, ma bensì quella granata, dove sembra essere finalmente tornato a splendere il sole. Gli ultimi anni infatti avevano riservato solo delusioni, con gli ultimi due campionati chiusi a ridosso della zona retrocessione con 37 e 40 punti. Serviva invertire la rotta in maniera decisa, così Cairo ha consegnato la panchina a Juric, proveniente da due splendidi anni all’Hellas. L’allenatore croato si è dimostrato finora una scommessa vinta; si è sin da subito rimboccato le maniche e con abnegazione e sacrificio ha rilucidato il Toro, fino a modellarlo a sua immagine e somiglianza. Anche gli innesti sul mercato si sono rivelati più che azzeccati. I vari arrivi di Brekalo (miglior marcatore con 5 gol), Pobega (4 gol), Pjaca (3 gol) e Praet (2 gol) hanno contribuito alla causa e si sono rivelati determinanti in questa prima metà abbondante di stagione. Da sottolineare anche l’apporto di Sanabria che grazie ad un continuo crescendo di prestazioni non sta minimamente facendo rimpiangere Belotti, ormai apparentemente fuori dal progetto. L’abbondanza però non si limita al solo pacchetto offensivo, ma si estende anche al centrocampo. Il 3-4-2-1 di Juric è assai dispendioso, ma la profondità e la qualità della rosa stanno aiutando a lenire le fatiche. In mezzo al campo il tecnico può spaziare dalla rapidità nei passaggi di Mandragora, alla potenza fisica di Pobega, fino al dinamismo di un finora ottimo Lukic. Sugli esterni invece la sorpresa più bella è stata l’esplosione di Singo, che oltre a far valere una corsa da centometrista è migliorato tecnicamente e ormai si sta facendo sempre più apprezzare anche come incursore aereo. Il Torino infatti punta molto su questo fondamentale, tanto che è la terza squadra per gol segnati di testa (8). La vera svolta della stagione si è però vista in difesa. Milinkovic-Savic si è dimostrato degno dell’eredità di Sirigu, ma la reale punta di diamante della retroguardia granata si è rivelata essere Bremer. Juric lo ha confermato al centro della linea a 3 e il brasiliano lo ha ripagato con un’annata sin qui perfetta. Insuperabile in marcatura, è stato eletto per acclamazione come uno dei migliori difensori dell’intera Serie A, attirando su di sé gli occhi golosi delle big italiane. Del resto se i granata hanno subito appena 21 gol e sono la terza miglior difesa del campionato, lo devono soprattutto a lui. Infine un altro fattore che risalta all’occhio è quello del rendimento interno del Toro, che in casa viaggia a ritmi da Champions. All’Olimpico Grande Torino sono infatti arrivati 24 punti al netto di 12 gare giocate. Solo Inter e Napoli hanno saputo far meglio. Insomma i presupposti per un futuro radioso sembrano esserci e l’entusiasmo non manca. L’obiettivo di inizio stagione era di condurre un’annata tranquilla, ma se le cose dovessero continuare così, il Torino potrebbe essere presto pronto per tornare Grande.

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