Giovanni Rosati e Matteo Quaglini
Possiamo vivere nel mondo una vita meravigliosa se sappiamo lavorare e amare, lavorare per coloro che amiamo e amare ciò per cui lavoriamo – Lev Tolstoj
Roma, all’incrocio tra via col di Lana e via Monte Zebio. Vanni è un bar storico della capitale, nato nel 1929 dall’intuizione imprenditoriale di Giuseppe Vanni raccolta prima dalle sapienti mani di suo figlio Paolo e poi da quelle di suo nipote Lorenzo. È un punto d’incontro e di ristoro storico nel quartiere Della Vittoria, fiorito negli ultimi decenni anche grazie alla strategica vicinanza di diversi teatri e degli studi RAI. Ma Vanni è anche un luogo sacro per i tantissimi tifosi di Roma e Lazio che, con religiosa costanza, ne fanno ogni domenica una tappa fissa del loro pellegrinaggio in direzione del vicino Stadio Olimpico.
Per chi invece non si munisce del biglietto per assistere dal vivo all’evento, da ormai più di quarant’anni c’è la compagnia di TeleRoma56, che con “In campo con Roma e Lazio” e “Goal di Notte” ci permette di colmare la distanza fisica che ci divide dalla nostra squadra del cuore e di starle vicina in ogni momento. E così se ogni domenica gli affezionati dello stadio entrano nel solito bar e tutti gli altri si sintonizzano sul solito canale, ecco che una volta l’anno è la stessa TeleRoma a ritrovarsi da Vanni per celebrare un’altra stagione di passione condivisa con i propri telespettatori.
Riunione di famiglia – Alle 20:45 di un piovoso mercoledì di fine gennaio non c’è alcun problema nel trovare subito un posteggio vicino al locale. Con l’ascensore si sale al primo piano dove si trova il Peristilio, ovvero lo spazio che l’ormai nostro Vanni riserva agli eventi. Sul sito web viene definito come una “rivisitazione sentimentale ma corretta e misurata” dello stile neoclassico: come non trovare delle affinità tra questa descrizione e il racconto sì puntuale, ma allo stesso tempo anche appassionato, della redazione di TeleRoma?
Appena si aprono le porte dell’ascensore si avverte un clima caloroso: i più coraggiosi hanno già incominciato a godere dell’antipasto e dei drink e l’atmosfera è completamente distesa. Si avviano conversazioni tra colleghi che si incontrano ogni giorno ed altre tra chi invece non si incrociava da diverso tempo. Ci si aggiorna sul più e sul meno, si ride e si scherza. Tra un sorriso e un altro il direttore Michele Plastino si fa un paio di vasche nel corridoio del Peristilio con fare preoccupato: da buon padre della famiglia di TeleRoma, si preoccupa del fatto che ognuno dei suoi figli non si perda sul sentiero: “Per me Lamberto si perde, ne sono sicuro. Mi deve far preoccupare”. Invece Lamberto Giorgi arriva con sua moglie e, una volta sicuri di essere al completo, ci si sposta tutti in sala per la cena.
Nel corso della serata si susseguono una decina di brindisi – d’altronde quel che prevale è il piacere dello stare assieme – e con essi saluti, ringraziamenti, buoni propositi e tanti ricordi. Il tema più battuto è l’incredulità del partecipare ad un evento del genere dopo esser stati per anni dall’altra parte dello schermo, a guardare le trasmissioni di TeleRoma con i propri familiari sul divano di casa propria o di quella dei nonni. C’è chi come l’amministratore delegato Bazzero arriva direttamente da Bologna dopo una giornata di lungo e faticoso lavoro ma non ha per questo alcuna intenzione di perdersi la bella riunione di famiglia, chi come Augusto Ciardi riceve un video-saluto dall’intera tavolata per la sua assenza e si presenta solamente cinque minuti più tardi, comunque divertito e compiaciuto del pensiero dei suoi fratelli e cugini. C’è il solito Lamberto che per tutta la serata mette alla prova i commensali con dei quiz e chi, come Guido De Angelis, le azzecca tutte senza neanche scomporsi. Ma soprattutto, c’è la memoria storica.
Ti ricordi? – Quel 17 dicembre del 1972, quando all’89’ di Roma-Inter il direttore di gara Michelotti concede un rigore agli ospiti per un fallo di Morini su Mazzola che in realtà era fuori area. E allora un tifoso scavalca dalla Nord e fa invasione di campo per punire l’arbitro del maldestro fischio, e la Roma perde la partita e il suo terreno di casa per due turni, e di lì non si riprende più passando dal giocarsi le ultime chances per lo scudetto al rischiare la retrocessione, chiudendo dopo quattro anni il rapporto col grande Helenio Herrera. O quel 18 dicembre del 1966, quando l’Inter dello stesso Herrera fu punita dallo storico gol biancoceleste di Vito D’Amato, che dette a una Lazio destinata alla retrocessione la vittoria nel testacoda contro la Grande Inter dei vari Facchetti, Picchi, Jair, Mazzola, Corso, e chi più ne ha più ne metta. O ancora “Piedone” Manfredini, deceduto solamente un giorno prima proprio nella Capitale che lo aveva accolto nel lontano 1959. Alcuni dei volti noti di TeleRoma erano solo bambini quando l’attaccante argentino vestì il giallorosso, e ancora oggi non possono fare a meno di discutere sui tanti gol che faceva, ma anche su quelli che incredibilmente sbagliava. Oppure Giorgio Chinaglia e la splendida sua imitazione fatta dal solito De Angelis, poi Lojacono che segnò col braccio legato al collo dopo essersi infortunato in un Roma-Juve del 1960 e tantissime altre cose ancora. Ma soprattutto la carriera da musicista capellone di Alberto Mandolesi, quella in radio di Marcello Micci, quella già divisa tra studi radiofonici e televisivi di Lamberto Giorgi, quella dei tanti discepoli del Piccolo Gruppo o quella di tutti coloro che si sono seduti attorno allo stesso tavolo nel Peristilio di Vanni per ritrovarsi, celebrare e condividere. Perché la cosa più bella del mondo è di “amare ciò per cui lavoriamo”. E se poi la voce narrante che accompagna i mille aneddoti e ricordi è quella di ognuno dei ragazzi di Teleroma, allora davvero non si può chiedere di meglio a questa serata.