Sarri fa la storia del Napoli

Posted By on Feb 10, 2016 | 0 comments


NAPLES, ITALY - SEPTEMBER 17: Napoli's coach Maurizio Sarri looks on during the UEFA Europa League match between Napoli and Club Brugge KV on September 17, 2015 in Naples, Italy. (Photo by Francesco Pecoraro/Getty Images)

Il Napoli è padrone del campo, ma solo un rigore realizzato da Higuain (al suo 24esimo centro stagionale) fa sorridere Sarri e il San Paolo. Il Carpi di Castori non può recriminare niente, ha fatto la sua partita (difensiva) ed è stato graziato dalla terna arbitrale in un paio di occasioni. Ma alla fine l’”equilibrio” viene ristabilito con l’espulsione di Bianco.

IL MATCH – Come era pronosticabile, la partita la fa prettamente il Napoli e già dai primi minuti il Carpi sa per certo che dovrà sudare sette camice per tenere a bada le incursioni dei padroni di casa. Durante il primo tempo il Napoli è padrone del campo a suon di possesso palla, ma di occasioni eclatanti dalle parti di Belec neanche l’ombra. Higuain, stranamente, viene poco servito nonostante i suoi movimenti nello sviluppo della manovra.  Il bomber argentino è ovviamente ostacolato da una vera e propria gabbia umana perché è lui l’uomo che più preoccupa Castori, ma questo permette a Insigne e Callejon di muoversi più liberamente. Chi invece è stato servito molto spesso è Callejon, che in un paio di occasioni di testa ha impegnato l’estremo difensore del Carpi. Da annotare il rigore non assegnato all’esterno spagnolo che, sugli sviluppi di un cross, è stato platealmente trattenuto in area da Sabelli. Né l’arbitro, né quello di porta, però, notano l’accaduto. Il Carpi dimostra comunque una buonissima organizzazione in fase difensiva e un paio di volte si fa vedere dalle parti di Reina con Lasagna.

La partita si scalda nel secondo tempo. Gli azzurri scendono in campo più determinati e aumentano fin da  subito il ritmo. Vanno vicino al gol con Koulibaly sugli sviluppi di un calcio d’angolo, ma pochi minuti dopo arriva un’altra svista arbitrale: Hamsik serve un buon pallone a Callejon che taglia nell’area di rigore del Carpi e calcia in porta andando a segno, però il guardalinee alza la bandierina per segnalare un fuorigioco inesistente. Il monologo azzurro continua incessante e poco dopo Belec si fa trovare pronto su un buon tiro, seppur centrale, di Higuain. Il Carpi sembra contenere i partenopei ma l’espulsione di Bianco (decisamente discutibile il secondo giallo, dato che il fallo è stato commesso da Zaccardo) facilita il compito agli uomini di Sarri. La crescente pressione partenopea porta, poi, al fallo da rigore che Doveri stavolta non può non vedere. Daprelà trattiene Koulibaly; Higuain vuole continuare la sua striscia di gol (sesta rete consecutive in sei gare) e, freddissimo, regala l’1-0 a Sarri. Lasagna fa correre un piccolo brivido a Reina con una bella conclusione a giro da fuori area, mentre Mertens spreca, per eccesso di altruismo, il 2-0. Triplice fischio finale e l’ansia per il grande scontro può iniziare.

COSA è ANDATO – Ecco un nuovo regalo da parte della ditta Sarri: ottava vittoria consecutiva per i partenopei, record mai raggiunto nella sua storia in Serie A. Al fischio finale il San Paolo tira un sospiro sollievo, canta e incita i propri beniamini. Quella di Sarri, inoltre, è anche l’unica formazione imbattuta in casa in questa Serie A: dieci vittorie e due pareggi in 12 gare interne. La settimana che li attende sarà ricca di emozioni e pressioni, ma durante la gestione sarriana questo Napoli ha imparato ad amministrare al meglio qualsiasi tipo di situazione o frustrazione proveniente dal campo. Questo Napoli a volte sembra stanco, ma psicologicamente è più forte e saldo che mai.

COSA NON è ANDATO – Il Napoli nel primo tempo ha dominato in lungo e in largo, collezionando quasi l’80 % del possesso palla. Ma se poi, con quei movimenti, non si arriva al gol, tutto diventa totalmente sterile ed inutile. Il pullman del Carpi parcheggiato davanti la porta è un bel grattacapo per gli azzurri che difficilmente riescono a scardinarlo. I fantasisti azzurri, oggi, erano un po’ a corto di idee.

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