Cinture, gavettoni, e buonsenso

Posted By on Dic 5, 2016 | 0 comments


Luigi Pellicone

In primis, Lulic. Parole al vento, senza cervello, a dimostrazione di quanto e come una frangia di tifoseria riesca a penetrare nella testa dei calciatori inculcando idee assurde. Impossibile che da solo, un bosniaco,  un ragazzo che proviene dalla sofferenza e dalla guerra, possa lasciarsi andare a dichiarazioni del genere. Queste sono dichiarazioni per ingraziarsi una certa specie di tifosi che dovrebbero stare ben lontani da un campo da calcio. Anche d’allenamento. Un peccato.

Sponda giallorossa: le fesserie di Lulic sovrastano e cancellano il gesto di Strootman, graziato dall’ammonizione di Banti che scongiura la prova tv all’olandese che, dopo il gol, “gavettona” Cataldi. Invero, il ragazzo, qualcosa avrà detto, per causarne quella reazione comunque ingenua. e rischiosa. Dopo un gol, il numero 6 ha rischiato di lasciare la squadra in dieci. Resta una prova maiuscola, condita da una rete che ha il forte retrogusto della rinascita. L’abbraccio fra De Rossi e Nainggolan, quando i sorrisi si mescolano alle lacrime, è la quintaessenza di cosa significhi, ancora, vincere il derby nonostante sia svuotato di contenuti.

Cataldi: il giovanissimo laziale, che inizia presto a vivere malissimo il derby. A conti fatti, Inzaghi azzecca la scelta. Il centrocampista, così nervoso da farsi espellere in panchina, rischiava di non finire la partita. Wallace commette l’errore tipico da difensore brasiliano. Si fida troppo dei suoi mezzi tecnici. Folle, uscire palla al piede dall’area di rigore. Suicida, se da quelle parti si aggira un rottweiler come Strootman. Errore grave, d’accordo. Radu, però, che di anni ne ha 30, continua a lasciare indisturbati i centravanti in area di rigore. Il rumeno ha fortuna: Dzeko centra Marchetti.

In finale, il buonsenso. E si finisce  da dove si comincia. “Guerra etnica” da una parte laziale e “uccidiamoli” dall’altra.  Giusto stigmatizzare, sbagliato assumere atteggiamenti da benpensanti. Il derby di Roma, come quelli di tutti gli angoli del mondo, non è un’occasione per scambiarsi in anticipo gli auguri di Natale. Neanche, però, per tirare fuori il peggio della sottocultura sportiva. La Lazio ha chiesto scusa. Lulic ancora si chiede cosa abbia detto di male, e questo è preoccupante. Rudiger è tornato a casa con la scorta. Brutta storia. Ce n’è abbastanza per chiuderla qui.

Submit a Comment