Panchine girevoli: come giocherà la Juventus di Sarri

Posted By on Giu 18, 2019 | 0 comments


Giovanni Rosati

È stata la prima telenovela di questa sessione estiva di calciomercato e, con un solo giorno d’anticipo sulla ricorrenza del primo mese senza una guida in panchina, la Juventus ha finalmente ufficializzato il suo nuovo allenatore: si tratta di Maurizio Sarri. Dopo un quinquennio in cui a Torino sono arrivati ben undici titoli e due finali di Champions League, la dirigenza juventina ha compiuto una scelta tecnica davvero, davvero forte. Fuori il Machiavelli de “il calcio è molto semplice”, “lo spettacolo è al circo: noi dobbiamo vincere le partite e fare i tre punti”. Dentro invece l’esteta de “Il nostro obiettivo è la bellezza”. Nel Tribunale di Vinovo, presieduto dal triumvirato Agnelli-Paratici-Nedved, Adani ha raccolto una evidente vittoria su Allegri: anche la Juventus ha scelto il calcio propositivo su un calcio speculativo (per quanto le posizioni di Sarri e Allegri non possano ovviamente risiedere in questi due estremi).

Eppure, per due motivi la tifoseria bianconera sta avendo difficoltà ad accettare l’arrivo del neocampione d’Europa League sulla propria panchina. Il primo nasce principalmente da una questione di aspettative, la cui asticella è stata alzata alla massima altezza possibile nel momento in cui è stata rivelata l’intenzione di provare a sedurre Guardiola al punto di fargli abbandonare l’uggiosa Manchester. Il secondo riguarda invece il passato al Napoli del tecnico cresciuto in Toscana ma nato proprio a Bagnoli, nel capoluogo campano. Nel settembre 2018 la Treccani ha inserito la parola Sarrismo tra i neologismi della sua enciclopedia definendola “la concezione del gioco del calcio propugnata dall’allenatore Maurizio Sarri, fondata sulla velocità e la propensione offensiva; per estensione, l’interpretazione della personalità di Sarri come espressione sanguigna dell’anima popolare della città di Napoli e del suo tifo”.

E come dimenticare le uscite sulle partite non disputate mai in contemporanea tra azzurri e bianconeri, sul rischio di perdere tanti appassionati perché le altre squadre non vinceranno mai e sanno benissimo che sarà così, sul prendere il palazzo del potere attraverso un colpo di stato. E così non si è potuto che sottolineare come alla fine, in quel palazzo, Sarri sia entrato dalla porta principale. Non per sabotarlo dall’interno, ma per preservarne lo status quo.

La prima distinzione doverosa nelle idee di gioco di Sarri e Allegri è senza dubbio l’adattamento alle caratteristiche dell’avversario, più nelle corde del secondo che del primo, desideroso di imporre il suo credo in maniera simile contro ogni avversaria. Quello di Sarri è un passing-game che sfrutta la creazione di triangoli e degli spazi tra le linee avversarie e che non prescinde da un mediano-smistatore come fulcro della squadra e da catene laterali ben oliate e produttive. In fase difensiva, poi, Sarri cerca un pressing alto che permetta di recuperare il pallone nel minor tempo e il più vicino all’area avversaria possibile, tenendo la linea alta. Precetti sui quali la maggior parte dei giocatori juventini non è stata abituata a lavorare con sistematicità nell’ultimo lustro, ma che potranno stimolare la loro voglia di arricchirsi tatticamente e di spiccare ancora di più. Attraverso l’organismo squadra, l’ex Chelsea ha dopotutto dimostrato di saper valorizzare anche il singolo.

Come si adatta alla rosa attuale

Difesa – In porta, Sarri necessita di un estremo difensore dotato nel gioco con i piedi oltre che in quello con le mani, e capace anche in caso di rubare qualche caratteristica dello sweeper keeper così ben rappresentato da Neuer nel suo apice di rendimento. Questi compiti possono esser svolti sicuramente al meglio da Szczesny, uno dei migliori portieri del nostro campionato anche con la palla al piede, che sarà dunque con tutta probabilità il titolare. Non certa invece la permanenza di Perin come secondo: l’ex Genoa ha trovato meno spazio di quanto non si sarebbe aspettato al suo primo anno e senza peraltro stupire quando chiamato in causa.

I due centrali della linea a quattro saranno ovviamente ancora Bonucci e Chiellini, con il primo che però potrebbe trovare qualche difficoltà nell’interpretazione del nuovo ruolo, per la quale dovrebbe coprire una fetta di campo più grande. Il problema non sarebbe tanto la velocità, quanto i limiti nei fondamentali difensivi mostrati dal numero diciannove bianconero quando si è trovato senza l’aiuto di un compagno di reparto di primo livello. La sua grande dote in impostazione rende la sua conferma molto probabile, ma bisognerà cambiare qualcosa, diminuendo i lanci lunghi (e millimetrici) che lo hanno reso noto al calcio internazionale e sfruttando un gioco associativo più corto. L’arrivo di Sarri aiuterà poi anche Rugani, che con lui ha già giocato a Empoli con ottimi risultati, tali da convincere proprio la Vecchia Signora ad acquistarlo.

Per i terzini le certezze non sono invece moltissime. A destra Cancelo sembra destinato a partire nonostante potesse ricalcare il ruolo fondamentale in costruzione avuto a Napoli da Ghoulam, a sinistra Alex Sandro ha sempre molte richieste e non è certo di restare. De Sciglio può adempiere ai compiti che erano di Hysaj, ma non è una primissima scelta, Spinazzola ha qualità ma non per essere il titolare di una squadra che ambisce alla Champions League. Qualche movimento dovrà esserci.

Centrocampo – Al centro della linea mediana a tre, come detto ci sarà un regista a svolgere il ruolo di fulcro dell’azione e a dettare i tempi come fatto a Napoli e a Londra da Jorginho. L’italo-brasiliano, che ha seguito oltremanica Sarri, stavolta potrebbe separarsi dal maestro: a Torino, infatti, c’è un giocatore come Pjanic. Reinventato mediano da Allegri, il bosniaco potrebbe effettivamente esser limitato se utilizzato “alla Jorginho”, ma darebbe certezze enormi: non solo sarebbe in grado di soddisfare i desideri di palleggio del suo allenatore, ma anche di fare molto di più.

Come mezzali, Sarri ha utilizzato nelle sue due ultime esperienze spesso un giocatore abile nel palleggio e nell’inserimento e uno invece più di sostanza. Parliamo di Hamsik/Zielinski e Allan al Napoli, di Kovacic e Kanté al Chelsea. A Torino, le prime funzioni potrebbero esser svolte dal nuovo arrivato Ramsey, Bentancur o da un nuovo nome altisonante che potrebbe arrivare dal mercato, le seconde da Matuidi o Can, che aggiungerebbe anche qualità alla quantità.

Attacco – Se a Napoli e a Londra Sarri ha utilizzato un tridente classico, a Empoli le sue fortune erano state costruite su un 4-3-1-2 che avrebbe poi anche tentato di riproporre in azzurro. Ecco allora che, per caratteristiche dei giocatori in rosa, bisognerà capire se il tecnico non vorrà abbandonare il suo ormai caro 4-3-3. Ipotizziamo però ora di no. Anche in questo caso, ci si proporrebbe un bivio: Ronaldo o Dybala da centravanti? Nel primo caso l’argentino sarebbe dirottato probabilmente sulla corsia di destra con un ruolo simile a quello svolto da Insigne a Napoli e con uno tra Bernardeschi e Costa sull’out opposto (mentre Mandzukic sembrerebbe destinato all’addio). Nel secondo caso la Joya potrebbe interpretare un ruolo di mezzo tra quello di falso nueve e quello avuto da Mertens in azzurro (con movimenti da centravanti vero oltre che da regista offensivo, solo senza l’arma aerea).

Ci sarebbe poi la terza opzione, quella del 4-3-1-2. In questo caso, in avanti ci potrebbero essere proprio Dybala e Ronaldo, con il lusitano che a Madrid ha dimostrato invecchiando di gradire sempre di più l’inserimento in una coppia d’attacco (allora con Benzema) e Dybala che tornerebbe al ruolo avuto ai tempi di Palermo, quando si manifestò al grande calcio. Dietro di loro, tra un trequartista arrivato dal mercato e uno homemade come Bernardeschi, potrebbe anche scamparla la via di mezzo Ramsey, già ufficialmente bianconero da febbraio ma comunque un neo-arrivo del mercato estivo.

Chi può essere integrato

Nel caso in cui Perin dovesse lasciare, Paratici dovrebbe trovare un nuovo secondo per Szczesny e, secondo alcune voci, ci sarebbe la possibilità di riunire Sarri con il fedele Pepe Reina. Un altro centrale di difesa dovrà essere acquistato e i nomi che circolano sono tutti di primissimo livello: Manolas, Marquinhos, De Ligt, Benatia. Sulle corsie laterali ci potrebbe poi esser bisogno di ricambio e sarebbe già stato identificato un possibile rincalzo per fascia: a destra Trippier del Tottenham, a sinistra Emerson del Chelsea.

A centrocampo, come detto, la Juventus sembrerebbe cercare una mezzala titolare che possa realmente fare la differenza e le piste sono tutte di grandissima qualità. Oltre a Zaniolo in prospettiva, con la Roma comunque non particolarmente disposta alla cessione, i bianconeri stanno trattando infatti un eventuale clamoroso ritorno di Pogba, ma anche cercando l’accordo con il laziale Milinkovic-Savic e con il francese Rabiot, in scadenza col PSG. Sulla trequarti diversi nomi per diverse possibili sistemazioni tattiche: Isco se la necessità fosse un trequartista, Chiesa “alla Callejon” con Dybala “alla Insigne”, Icardi come centravanti con Ronaldo sull’ala. Tutte e tre queste opzioni, ad ora, hanno percentuali molto, molto basse.

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