A non gettar la spugna, la prova di consistenti cove

Posted By on Feb 22, 2022 | 0 comments


di Gianni Massaro

 

È la Partita, maiuscola per quanto concerne le emozioni a livello e stampo storico, Barcellona Napoli è la Maradoneta per antonomasia in Europa. Barcellona che sta tornando a buoni livelli, ha messo Ferran Torres nell’ingranaggio e trabocca di giovani molto dotati secondo canoni Blaugrana. Alla fine i tiri totali dicono 21 a 4 di cui però 5 i padroni di casa e tutti diretti verso il bersaglio gli azzurri. Possesso palla, passaggi, fitte trame e nel complesso qualche istante soffocante, il Napoli tiene e porta a casa senza tremare, cerca la profondità qualche volta e Osimhen si troverà in piccoli deserti verdi dopo un primo tempo di un Napoli molto tonico, attivo e reattivo che rischia anche in possesso dietro su un pressing a tratti feroce e spietato dei figli di Xavi. Osimhen si mostra ancora forte e non eccezionale infallibile finalizzatore;
la difesa del Napoli tiene e l’uomo inossidabile della stagione che ha “osato” risparmiare 14 minuti nella sfida con la Salernitana si conferma terzino di spessore: Di Lorenzo saldo e brillante. In mezzo Fabian ispirato e Zielinski caparbio si stagliano in una squadra andata al Camp Nou se non di abnorme almeno ottima personalità. È la serata del tridente dei nuovi, Aubameyang dopo aver lievemente fiutato l’Italia e avendo bazzicato in Francia, Germania e Inghilterra adotta la causa Barça, completa con l’ex City Torres e il nazionale gabonese un altro giunto dal campionato inglese: Sir Body Builder, varrebbe a dire Adama Traoré.
E da Ferran Torres giungono i maggiori pericoli, uno lo sciupa male, pizzica di testa bene successivamente sbagliando nell’angolare in torsione. Scorza dura e provando a imbastire, il Napoli si porta avanti alla mezz’ora con l’asse dei due uomini cavatappi di San Siro, l’ha sbloccata Zielinski coll’Inter, l’ha sbloccata e decisa col Milan l’elfetto guerriero macedone, il duttile Elmas sterza e mette in area lucido dove Piotr tira. Ter Stegen respinge e sulla palla ancora il polacco più veloce di tutti di gran esecuzione esulta. È un Barça agli antipodi, nel girone di Champions ha subito 3 gol in tre occasioni ottenendo poi 3 clean sheet, e ha segnato 3 gol solo: il nuovo che avanza Ansu Fati e il vecchio che retrocede Piqué. In campionato non così male per come si era messa la Liga, ha pareggiato allo scadere il derby con l’Espanyol dopo che aveva battuto l’Atletico. Una sola la sconfitta in campionato di Xavi, 0 a 1 col Betis: squadra da animo e spirito tenace. Il Napoli è un collettivo altrettanto solido e di gran sacrificio Insigne aiuta Jesus schierato a sinistra. Rrahmani di discreta prova con qualche piccola sbavatura accanto a un KK prestante, Jesus si rende dopo 30 minuti dal vantaggio azzurro delatore della patria, o meglio delatore dell’estero. Tocco di mano puntato da Traoré e VAR condanna la squadra di Spalletti. Tutta polpa di un po’ di polpastrello e Ferran Torres freddo firma il pari. Insigne si spende anche se continuando nell’insufficienza realizzativa. Nel finale qualche brivido, Torres mangione non approfitta di un’altra buonissima azione e il Napoli può ottenere il primo pareggio in terra spagnola. In due telai da grandi punte sudamericane come Cavani, Higuaín, Suarez… privi in altre stagioni del vero classico 9 si ridanno appuntamento in Campania dove Osimhen è atteso da un test interessante così come i ragazzotti e ragazzini di Xavi, al Maradona andranno in scena squadre prive di un grande cecchino, attese da due prove di grande importanza nel segno della profonda inventiva e del grande ricordo lasciato da Diego.
Mertens a quota 7 il miglior bomber in A e a 10 Victor in tutte le competizioni del Napoli. A 8 invece fermo il goleador blaugrana Depay. Il Napoli ottiene il primo pareggio in una trasferta di Spagna, nel finale il tanto contestato Dembélé minaccia e semina un po’ di panico, andrà via a zero l’ex Dortmund in estate, non ha voluto partire a gennaio facendo patire i tifosi desiderosi d’averlo già lontano o ai margini: rischi, e fischi -migliaia- del mestiere.
Guardando il tabellino però gli spunti del francese si rivelano solo solletico. Un Napoli dimostratosi più ispanico nella prima frazione e rudimentalmente italico alla ripresa. Dolce e vigoroso, pan di Spagna, assorbe il colpo sulla polpastrellata di un Jesus disattento nell’episodio: pan di spugna.

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