Sobillatrice blucerchiata

Posted By on Mar 3, 2022 | 0 comments


di Daniele Craviotto

 

Quattro a zero. Basta già il risultato a fare capire quale serata si sia presentata ai blucerchiati in quel di Bergamo. Una Samp troppo brutta e incomprensibile da far credere di non essere vera. Terza sconfitta in altrettante trasferte per il rientrante Giampaolo. Una cosa, però, sta emergendo in casa doriana. Il Doria non è un mediatore. I motivi sono presto spiegati. In primis. I liguri sono all’ultimo posto (con Roma, Udinese e Spezia) per pareggi ottenuti. L’esatto opposto dell’altra sponda genovese che risulta prima per distacco (14) e che da 5 turni non conosce altro risultato. Per capire come la pareggite in alcuni casi sia un beneficio, prendiamo proprio Genoa e Sampdoria. I blucerchiati hanno ottenuto sette vittorie; i rossoblu solamente una. Differenza punti? 18 a favore dei doriani. Nella realtà, sono esattamente la metà: 9. Ovvio che 3 punti sono meglio di 1 e che una vittoria garantisce maggior morale, ma in alcuni casi si deve essere pronti ad accontentarsi. Prendiamo, poi, gli scontri con avversari di medio-bassa classifica in casa. Tre pareggi con Cagliari, Bologna e Torino avrebbero portato la Samp a 29 punti (i sardi a 23). Sette sarebbero le lunghezze sulla zona calda: una salvezza molto più vicina. Invece no e il baratro (rappresentato ora dal Venezia) rimane sempre incombente. In più c’è troppa discrepanza di risultati (e ieri anche di altri fattori) tra la bella blucerchiata casalinga e la tremenda che si mostra in trasferta. La mediazione l’ha espressa forse chi non ci si aspetta. Quel Giampaolo fedelissimo al suo 4-3-1-2, che ieri ha stravolto tutti. Visti gli infimi risultati, probabilmente non ripeterà l’esperimento. Ora, però, la Sampdoria ha di fronte l’ennesima sfida da dentro o fuori. Imperativo dovrà essere la vittoria, ma fondamentale sarà non perdere. Accontentarsi, quando non si sfonda può essere la via maestra. Ispirarsi in quei momenti a ciò dicevano filosofi e letterati greci e latini come Aristotele od Ovidio: la via di mezzo è la cosa migliore. Ricercarla non con l’indifferenza senechiana, ma con l’attivismo richiesto dall’attuale classifica. Anche il buddismo sostiene che la Via di Mezzo sia quella della cessazione della sofferenza e della pace. Una possibilità che, in certe situazioni, può e deve essere percorsa. Per la sobillatrice blucerchiata una lezione da imparare presto per trovare, sportivamente, una nuova rettitudine e un ampliarsi della strada che conduce alla salvezza.

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