La fortuna (non) aiuta gli audaci

Posted By on Feb 26, 2016 | 0 comments


la fortuna non aiuta gli audaci

di Alessia Fratarcangeli

La fortuna volta le spalle nuovamente al Napoli che pareggia in casa 1-1 con il Villareal e manca la qualificazione agli ottavi di finale. L’epilogo di questa avventura europea lascia sicuramente l’amaro in bocca dato che i padroni di casa hanno fatto la partita che dovevano, dominando in lungo e in largo. Il problema maggiore, in questo momento, è l’incapacità di sfruttare le occasioni create e di mettere la palla in rete, soprattutto da parte di un calciatore che fino a qualche match fa galoppava a suon di gol.

IL NAPOLI FA LA PARTITA – Nonostante la vittoria dell’andata, il Villareal crea la prima occasione dopo pochi minuti, ma Pepe Reina salva su Bakambu. Da lì e per tutto il primo tempo è il Napoli che ha l’obbligo di fare la partita e dettare il ritmo per trovare innanzitutto il gol del ‘pareggio’ (calcolando il risultato dell’andata) e capitan Hamsik è sublime a sfruttare un assist involontario di un difensore spagnolo. Coglie il pallone e, al volo, lo scaglia con potenza alle spalle di Areola. I tifosi iniziano a sognare e, dal gioco mostrato dagli azzurri in campo, a credere che la rimonta sia possibile. Albiol doma gli attaccanti del Villareal, non facendo correre rischi a Reina; Hamsik e Valdifiori sono autori di un’ottima prestazione ma ciò non serve a molto se i terminali offensivi non fanno il loro dovere. A pochi minuti dall’inizio del match, Sarri inverte le posizioni di Mertens (che va a sinistra) e Insigne (a destra) ma la mossa non porta a dei risultati entusiasmanti, soprattutto per il povero Higuain ingabbiato nella difesa amarilla.

VILLAREAL, DENSITA’ IN AREA E CONTROPIEDE – Gli uomini di Marcelino attendono le mosse dei padroni di casa e, al gol di Hamsik, non si scompongono granché. Il numero 17 partenopeo, con la sua rete, interrompe bruscamente un buon momento di gioco degli spagnoli che successivamente calano di intensità e vengono schiacciati dagli uomini di Sarri. Difficilmente riescono a rubare palla agli azzurri e, quelle poche volte in cui ciò accade, provano a mettere su un contropiede che vada a destabilizzare la difesa azzurra. Non hanno costruito grossi pericoli per la retroguardia azzurra, ma trovano lo stesso un pareggio a dir poco fortunoso con un cross (o tiro?) di Pina. Il San Paolo stenta a credere a ciò che ha appena visto: dopo una rete del genere, su cui Reina non poteva davvero nulla, la dea bendata sembra aver smesso di accompagnare i partenopei. Il Napoli è stato colpito nel suo momento migliore, ma il pareggio non abbatte la voglia di cercare fino all’ultimo un’insperata rimonta. Il tempo, in fondo, sembra essergli amico, ma quando là davanti mancano le idee diventa tutto troppo complicato. Merito anche del Villareal che parcheggia un vero e proprio Submarino Amarillo nella propria area di rigore.

HIGUAIN ANNICHILITO, INSIGNE EGOISTA – Il Pipita è irriconoscibile: dopo lo scontro con la Juve, l’andata dei sedicesimi e il match di lunedì contro il Milan, arriva la quarta partita consecutiva senza gol. E non mancano solo quelli. La prestazione di Higuain è decisamente anonima e insufficiente per gli standard a cui ci aveva abituato. La colpa non è, però, solo la sua. Oltre a un’ottima organizzazione difensiva (il Villareal ha la seconda miglior difesa della Liga), il numero 9 argentino rimane ingabbiato tra innumerevoli maglie gialle e i suoi compagni di reparto, specialmente Insigne, non sono poi così propensi a servire l’attaccante. Insigne, spostato a destra, pecca frequentemente di egoismo, provando conclusioni personali da ogni angolo fuori e dentro l’area. Mertens, qualche volta, riesce a penetrare sulla sinistra e a mettere la palla in mezzo, ma gli spagnoli creano densità ed è impossibile trovare maglie azzurre. Il Pipita prova una magia delle sue al 74’, un movimento che ha provato tante volte, ma quando la palla vola altissima sopra la traversa è il segnale evidente di una serata iniziata male e finita decisamente peggio. I 23 tiri degli azzurri (di cui sette nello specchio della porta) dimostrano ancora una volta che il Napoli ha perso quella lucidità sotto porta che, qualche mese fa, faceva collezionare ‘manite’ in Italia e in Europa.

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