Alessia Fratarcangeli
Mai come ieri sera allo Stadium si è sentita la mancanza di un centravanti fisico, dinamico, un vero bomber che potesse insidiare la difesa della Juventus.
Il trio Insigne-Mertens-Callejon ci ha provato con tutte le forze ma durante i 90’ era inevitabile non pensare, malinconicamente, che l’unico uomo capace di destabilizzare gli equilibri di Bonucci, Chiellini e Barzagli era sul divano di casa a soffrire con e per i compagni.
Il Napoli dimostra di non avere paura davanti ai campioni d’Italia: il primo tempo studia la situazione e fa circolare molto bene il pallone, non lasciando spazi agli inserimenti dei padroni di casa e del temuto ex, Gonzalo Higuain. Il problema principale è che, non avendo a disposizione né Milik nè Gabbiadini, si faticava troppo nelle verticalizzazioni, a scapito del povero Dries Mertens. Effettivamente per il belga c’è stato poco da fare: impossibile competere con Bonucci e Barzagli, che a livello fisico sovrastavano il falso nueve. La sua rapidità e le sue giocate improvvise e spettacolari lo hanno abbandonato proprio nella sera che più contava per la sua squadra e per i tifosi. Ci si aspettava di più anche da Lorenzo Insigne, che non va in gol da ben quindici partite. Non una gran partenza di stagione per il numero 24, che nel secondo tempo sembra ingranare meglio; Sarri, però, non la pensa allo stesso modo e decide di tirarlo fuori, mandando su tutte le furie il giovane attaccante.
L’unica nota positiva nell’attacco partenopeo è Josè Maria Callejon. Al di là del gol del momentaneo pareggio, è l’unico dei tre veramente in partita dall’inizio alla fine. Aiuta i compagni in difesa e sale insieme alla squadra nella manovra offensiva, sfrecciando sulla destra e facendosi trovare pronto per inserimenti e tagli nell’area avversaria.
In un attacco dalle prestazioni altalenanti e che soffre, soprattutto, la mancanza di Milik, lo spagnolo sembra essere l’unica costante su cui contare partita dopo partita.