di Giorgio Dusi
Atto secondo, tra le mura amiche. La rete di Batshuayi nel recupero dell’andata brucia ancora, ma l’Atalanta non ha la minima intenzione di fare un passo indietro. Anche se di fronte c’è il Borussia Dortmund, per altri novanta (o centoventi) minuti. Perché di fronte c’è anche un sogno europeo da continuare, un ottavo da conquistare per scrivere una piccola pagina di storia, sognando magari di scrivere anche il finale del libro nella maniera più dolce possibile.
Al Mapei Stadium l’obiettivo per i nerazzurri è vincere per ribaltare il 3-2 del Westfalenstadion. Ma le insidie sono le stesse di sette giorni fa, a partire da un attacco giallonero che sembra rinato con Batshuayi. Cinque gol e un assist in quattro gare ufficiali per il belga, due reti nella sola gara d’andata. Al suo fianco Marco Reus, finalmente ritrovato (e tornato al gol proprio domenica scorsa): indizi che lasciano pensare al tedesco come protagonista e non solo da comparsa come all’andata.
Per l’Atalanta l’imperativo è contenere il duo d’attacco, perché se è vero che serve segnare per vincere e un gol del Borussia Dortmund non sposta eccessivamente l’equilibrio, lasciare liberi di muoversi i due fenomeni di cui dispone Peter Stöger non aiuta i piani di rimonta. E per non innescarli c’è soltanto un modo: non concedere campo a difesa aperta. Traducibile come: non perdere palloni sanguinosi come accaduto nella gara d’andata.
Gasperini si affiderà ancora ai suoi uomini di fiducia, a quello che è diventato il suo undici tipo nelle partite più importanti della stagione, con Gómez recuperato e pronto per guidare l’attacco da prima punta con Iličić e Cristante alle sue spalle. Senza alcuna sorpresa, a volto scoperto, mettendo sul tavolo tutte le proprie carte da giocarsi al meglio e puntando soprattutto sullo stato di forma di Josip Iličić, già mattatore all’andata in terra tedesca.
L’impresa di riuscire a centrare la rimonta e battere il Borussia Dortmund non è impossibile. La prima parte di secondo tempo dell’andata, con tutti i 75mila del Westfalenstadion in ginocchio di fronte a Josip Iličić, è il punto da cui partire. Con l’appoggio del pubblico di casa, che azzera i quasi 200 km di strada che separano Reggio Emilia e Bergamo.