(di Gianluca Guarnieri) La gara svolta. Il punto di snodo di un’intera stagione. Si può considerare così il match di andata degli Ottavi di finale di stasera, tra la Roma e lo Shakhtar, nel gelo polare di Kharkiv. Per gli uomini di Eusebio Di Francesco la posta in gioco sarà particolarmente alta con una sfida che può cambiare e di gran lunga l’intera stagione romanista. La compagine capitolina ha riconquistato il terzo posto in classifica, scavalcando Lazio e Inter, ma un superamento del turno con l’approdo ai quarti di finale (che manca dal 2008…) conferirebbe una sorta di investitura internazionale al club di James Pallotta, senza dimenticare gli introiti economici, preziosi per una società in crescita. L’avversario non è certamente dei più facili, e non potrebbe essere diversamente visto l’esperienza e il cammino europeo: gli uomini del tecnico Paulo Fonseca hanno eliminato il Napoli di Sarri nel girone, con gioco e uomini pericolosi, vedi Fred, Ferreyra, Marlos e Bernard e creeranno grattacapi al mister giallorosso ed ai suoi uomini. Ma la Roma ha dal suo canto elementi che possono rispondere in modo adeguato. Tra questi sicuramente Diego Perotti. L’esterno argentino è tornato al goal in campionato sabato scorso, realizzando il 2-0 che ha messo in ghiaccio la partita di Udine. Una rete che mancava dal 18 novembre, ovvero dal rigore del derby vittorioso, ma in Champions Perotti aveva lasciato la sua firma ad inizio dicembre con la rete qualificazione al Quarabag. Dopo un periodo di acciacchi fisici, il numero 8 può fare la differenza con i suoi proverbiali tagli da sinistra, con tanti assist e non solo, ricordando lo splendido goal realizzato al Chelsea, nella monumentale notte di fine ottobre. Perotti può riprovarci ancora, sfruttando anche un’altra singolare caratteristica, ovvero quella di fare goal nei minuti finali, come a Firenze, o come nel celebre 28 maggio 2017, ultima volta di Capitan Totti con indosso la maglia giallorossa. Una caratteristica ricorrente, quella di “El monito”, e chiedere anche a Bizzarri, portiere udinese messo a sedere dal tocco d’esterno dell’ex genoano, in pieno recupero. Una peculiarità che Di Francesco si augura possa ripetersi nelle lande ucraine. In fin dei conti la scaramanzia nel calcio, conta parecchio.