L’Uruguay sfata il tabù dell’esordio mondiale: decide Gimenez all’89’

Posted By on Giu 15, 2018 | 0 comments


Giandomenico Tiseo

Era il Mondiale del 1970 in Messico e l’Uruguay iniziava il suo percorso iridato nel gruppo 2 contro Israele. Un raggruppamento che annoverava anche l’Italia di Ferruccio Valcareggi (che arriverà seconda in quell’edizione alle spalle del Brasile, entrando comunque nella storia grazie alla mitica semifinale contro la Germania, vinta 4-3) e la Svezia. La squadra sudamericana allenata da Juan Hohberg, che poteva schierare campioni del calibro di Mazurkiewicz, Espárrago e Cubilla, esordì nel migliore dei modi, battendo 2-0 gli israeliani con reti di Maneiro e Mujica. Ebbene, sono passati 48 anni dall’ultima volta ma quest’oggi la nazionale uruguaiana ha sfatato il tabù del primo match, piegando non senza fatica l’Egitto 1-0, nell’incontro valido per il gruppo A del Mondiale 2018 in Russia.

Il gol di Josè Gimenez, difensore dell’Atletico Madrid, ha abbattuto il muro difensivo eretto dagli egiziani di Hector Cuper all’89’: il cross di Sanchez, da calcio piazzato, è perfetto, e lo stacco del 23enne nativo di Toledo non dà scampo al bravissimo Ahmed El-Shenawy. Una realizzazione dal sapore di liberalizzazione per una Celeste imbrigliata dall’ottima organizzazione difensiva dell’ex tecnico e della Inter e contratta, vista l’importanza della posta in palio.

Il Maestro Tabarez, 71 anni ed una grinta da far spavento, più forte della sindrome di Guillain-Barrè (malattia che colpisce il sistema nervoso periferico e comporta problemi al sistema motorio), schiera il suo solito 4-4-2 con i due riferimenti Suarez e Cavani in avanti, sostenuti sulle fasce da De Arrascaeta e da Nandez. In cabina di regia Bentancur coadiuvato da Vecino mentre in difesa la solita esperienza e grinta di Godin. Fa fatica l’Uruguay nei primi minuti: la manovra è lenta e consente ai “Faraoni” di intercettare spesso le linee di passaggio sudamericane, ripartendo con grande velocità, grazie al movimento di Trezeguet e di Mohamed Elneny. Vero è che le conclusioni egiziane non creano problemi a Muslera e l’assenza di Salah aiutata sicuramente la retroguardia di Tabarez.

Poco gioco corale e si va a strappi. E’ Cavani a scaldare le mani del portiere avversario in più di una circostanza ma le occasioni migliori, nella prima ora di gioco, capitano sul piede di Suarez che si divora letteralmente un paio di gol già fatti. Nella ripresa, negli ultimi 15′, quando il pareggio 0-0 si stata per materializzare, El Matador cerca insistentemente la via della rete ma è prima l’estremo difensore egiziano e poi il palo su punizione a dirgli di no. La porta dei ragazzi di Cuper sembra stregata e allora è lo stacco del centrale dell’Atletico a togliere le castagne dal fuoco, regalando un successo importante in chiave ottavi di finale, vista la rotonda vittoria di ieri della Russia (5-0) contro l’Arabia Saudita.

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