Giacomo Pariselli
La partita con la Danimarca rappresenta per il Perù la prova della verità, per capire quali possano essere le reali ambizioni della selezione di Gareca. Storicamente infatti, e ancor più negli ultimi decenni, il Perù è stata una delle squadre più forti del Sudamerica, pur non avendo mai conquistato alcun titolo al di fuori del proprio continente.
E in un Mondiale dove le favorite potrebbero essere alla fine di un ciclo, vedasi Spagna e Germania, con Brasile e Argentina a smentire spesso i favori dei pronostici, e con la Francia come unica vera favorita, potrebbe ben figurare qualche squadra che parte a fari spenti, ma comunque ricca di talenti. A proposito di talenti, la questione che ha tenuto banco per settimane è stata quella riguardante la revoca della squalifica per cocaina di Guerrero.
L’attaccante del Flamengo e capitano del Perù era destinato a non poter scendere in campo in questa rassegna iridata, salvo poi venire graziato per il solo periodo della durata del mondiale, anche per l’intervento dei capitani di Danimarca, Australia e Francia, che hanno richiesto la revoca della squalifica per permettere al calciatore sudamericano di disputare il mondiale con la sua Nazionale. Un gesto di grande sportività, che ci auguriamo possa avere un seguito anche in campo. Il campo, appunto.
Il Perù, al di là della super favorita Francia, ha una rosa con discreta qualità, se paragonata a quelle di Australia e Danimarca. Se guardiamo anche la carta d’identità dei calciatori, i biancorossi hanno il giusto mix tra giovani ed esperti, cosa non di poco conto visto che gran parte di loro milita nei campionati sudamericani, e potrebbero quindi peccare in termini di esperienza rispetto ai giocatori europei. Inoltre, nelle ultime uscite in primavera, il Perù ha saputo avere la meglio su formazioni come Croazia e Scozia ed è rimasto imbattuto nel resto delle amichevoli. Da non dimenticare anche la vittoria risalente a soli 2 anni fa ai danni del Brasile durante l’ultima Copa America.
Riuscire a superare la fase a gironi potrebbe voler dire per i sudamericani fare una bella iniezione di fiducia in vista degli ottavi di finale, dove tutto può succedere in una partita secca. Ma le possibilità di questa squadra di ben figurare passano necessariamente dalla partita con la Danimarca, che, con una vittoria, consentirebbe a Guerrero e compagni di affrontare le due sfide seguenti con la giusta tranquillità e consapevolezza.
Vedremo se questa squadra avrà raggiunto la maturità, o se confermerà il trend tipico delle sudamericane, ricche di talenti ma troppo spesso vittime della lunaticità dei propri calciatori.