(di Gianluca Guarnieri) Era nell’aria. La permanenza nella Capitale di Alisson Becker era legata ad un filo esile e sottilissimo fin dal termine della stagione scorsa e l’addio si è concretizzato oggi con l’accordo tra la Roma e il Liverpool e la conseguente partenza dell’ex Internacional di Porto Alegre. Saluta e va via in una sorta di “Hello, Goodbye” uno dei grandi protagonisti della Roma targata Eusebio Di Francesco anno 1, il migliore portiere del campionato italiano per rendimento assoluto e figura chiave dello spogliatoio, mattatore in Champions League con parate determinanti (basti pensare alla gara di andata con lo Shakthar in Ucraina…) e personalità da vendere. Un affare di 75 milioni di euro con una plusvalenza super (alla società di Piazzale Dino Viola era costato 8 milioni grazie al fiuto di Walter Sabatini 2 anni fa) e il secondo top player romanista che attraversa la Manica e approda sulle sponde del Mersey dopo Salah, per il fastidio evidente del tifo capitolino, che si era legato subito al ragazzone “Gaucho” (come Paulo Roberto Falcao nel passato, ad esempio…). Dal punto di vista economico un bel colpaccio, ma ora nella porta giallorossa si apre una vera e propria incognita, alla ricerca del sostituto all’altezza. I nomi sono i soliti: da Alphonse Areola del Psg, fresco campione del Mondo con la Francia (riserva di Hugo Lloris con Steve Mandanda ), a Jasper Cilessen estremo difensore del Barcellona e della nazionale olandese, chiuso in Catalogna dalle belle stagioni di Ter Stegen, fino al sogno Gianluigi Donnarumma con Monchi che potrebbe sfruttare il bel rapporto con il procuratore e deus ex machina Mino Rajola per poter arruolare il talento milanista (dall’ingaggio pesante però…). Un trio che si ridurrà presto al solo candidato finale per la sostituzione di Alisson, che con i “reds” porterà casa uno stipendio congruo di 5 milioni di Euro annui (più bonus). 2 anni positivi al massimo, con la consacrazione definitiva nel 2017-18 dopo un anno di panchina in campionato e da portiere di Coppa (come ai tempi di Arrigo Sacchi al Milan) nell’ultima stagione di Spalletti. La storia si conclude cosi con la partenza verso la città dei Beatles, vista non positivamente dal popolo romanista visti i trascorsi passati e recenti. Un ” Hello goodbye” dal sapore indubbiamente amaro.