(di Gianluca Guarnieri) Finisce male il capitolo finale della stagione giallorossa. Nel Match contro il Siviglia, la squadra capitolina si scioglie come neve al sole, proponendo molto poco contro gli andalusi, denotando problemi di personalità e di tenuta. La squadra di Fonseca si è consegnata a quella iberica, molto più grintosa e affamata di successo, con un pressing costante ed implacabile, mentre dal punto di vista tattico Fonseca non ha saputo trovare le contromisure giuste. Peccato, visto che la modalità dell’eliminazione diretta era invitante e poteva portare sviluppi interessanti. Troppo superiore il Siviglia di Lopetegui, e la Roma non è oggettivamente riuscita ad impensierire l’avversaria in alcun modo. Mancano tanto lo squalificato Veretout, unico centrocampista in grado di fare le due fasi, e dietro Chris Smalling, assenza pesantissima sia dal punto di vista tecnico che di personalità. Roma mai in partita dicevamo, con gli spagnoli aggressivi e sul pezzo fin dal primo minuto. Pau Lopez la combina grossa sbagliando in modo sesquipedale sul diagonale di Reguillon, dopo un errore in marcatura di Bruno Perez. Il raddoppio arriva con un errore grossolano di Ibanez che sbaglia clamorosamente su Ocampos, in un intervento in scivolata senza senso, permettendo il tocco centrale per En Nesyri che non può fare altro che mettere in rete. Un primo tempo “horror” e nella ripresa serve a poco qualche tentativo di Mkhtaryan (sinistro in diagonale fuori di poco) e di Dzeko (girata di destro a fil di palo). Sono gli unici segnali di vita dei romani, con gli spagnoli che mantengono il controllo della palla e della partita. Nel finale c’è il tempo per l’espulsione di Gianluca Mancini per una gomitata a De Joong. Un 2-0 che fa male nella gara più attesa della stagione. Ora lo spazio alla nuova società e al neo proprietario Friedkin, per una nuova era per la società di Piazzale Dino Viola. Un’era che ci si auspica possa vedere la Roma protagonista.