(di Gianluca Guarnieri) Ennesima trasferta, ennesima sconfitta. La Roma di Fonseca non riesce a fare punti a San Siro, perdendo per 3-1 con l’Inter neo campione d’Italia. Per i giallorossi un nuovo Ko esterno, dopo un brutto primo tempo e un secondo tempo dignitoso, ma con i consueti errori difensivi (vedi i due goal iniziali) e una continua incapacità di concretizzare in zona goal, al momento giusto. Nonostante il cambio di modulo, con il 4-2-3-1, si è vista ancora una volta una squadra lunga, facile a subire le ripartenze di pericoli pubblici come Lukaku, soffrendo oltremodo. Fatale l’incapacità di poter mettere in campo una fase difensiva all’altezza, con un team spaccato in due tronconi e sempre con il rischio di subire la transizione pericolosa. Un aspetto che ha tormentato la stagione giallorossa (e non solo questa…) visti i 102 goal subiti dall’inizio dell’era Fonseca. Per il tecnico ex Shakthar ormai al passo d’addio, una esperienza con più ombre che luci, con una contestazione soprattutto sui Social continua, e l’avvento del connazionale “Special One” Mourinho ormai imminente. Non è un periodo facile, sia per l’uomo che per l’allenatore, costretto a sperare almeno nel (deludente) settimo posto per concludere almeno con la qualificazione in Conference League. Stasera nel secondo tempo la Roma ha anche dimostrato qualche trama positiva e avrebbe anche meritato il pari (palo di Dzeko e il salvataggio di Ranocchia su El Shaarawy) ma a scorrere le cifre (impietose) si ha netto il sapore di una stagione amara da dimenticare, con un tecnico prossimo venturo di ben altro spessore. Da archiviare non prima, però, di aver affrontato con il giusto impegno e concentrazione il derby di sabato sera. Un derby non solo per conquistare l’Europa, ma per riscattare il disastro dell’andata, con una Roma mai in grado di opporsi agli uomini di Inzaghi. Una rivincita, almeno per concludere una storia nel modo migliore, invertendo almeno per una singola occasione il trend negativo, ricorrente nei match d’alta classifica e non solo. L’ultimo obiettivo per una stagione ricca soltanto di amarezza.