di Michele D’Alessio
“Il prossimo tecnico sarà federale”. Con queste parole, il presidente della FIGC, Carlo Tavecchio, ha fatto capire come orienterà la sua scelta del prossimo Commissario Tecnico, dopo che Conte lascerà la panchina azzurra al termine degli Europei per sedersi su quella del Chelsea.
I fari si sono accessi subito su Luigi Di Biagio, che da tre anni allena con alterne fortune la Nazionale Under 21. Per Di Biagio si tratterebbe di un’autentica promozione, per lui che per diciotto anni è stato uno dei protagonisti principali della Serie A.
Ripercorriamo la sua carriera. Nato nel quartiere romano di Testaccio e cresciuto nelle giovanili della Lazio, Di Biagio fra il 1989 e il 1992 fa la gavetta con la maglia del Monza tra la Serie B e la C1. Con i brianzoli conquistò anche la Coppa Italia di Serie C.
Fra il 1992 e il 1995 Di Biagio è parte di una delle epopee calcistiche recenti che più ha entusiasmato il pubblico italiano. E’ infatti a Foggia, con Zeman in panchina, che Di Biagio si stabilizza come centrocampista centrale, unendo le qualità di interditore e di incontrista a quelle di regista e metronomo dei tempi di gioco, mettendo a segno 12 gol in 87 partite anche grazie alla potenza e alla precisione con le quali calcia le punizioni.
L’ultimo lustro del secolo per Di Biagio significa ritorno nella sua città, ma stavolta con la maglia della Roma. Andamenti alterni con Mazzone e Bianchi, prima di ritrovare la sintonia con Zeman: è grazie a lui se Di Biagio è tra i convocati per Francia 98 (mondiale per lui sfortunato, un suo celeberrimo rigore contro la traversa costerà la qualificazione degli azzurri a vantaggio dei padroni di casa).
Dal 1999 al 2003 ci furono quattro campionati in nerazzurro per l’attuale tecnico dell’Under 21. Di Biagio sfiorò lo scudetto (andò a segno per altro in Lazio-Inter del famoso 5 maggio), e l’anno successivo arrivò in semifinale di Champions League. Giusto il tempo di fare un’esperienza con le Rondinelle del Brescia fino alla retrocessione del 2006, quando Di Biagio si avviò alla fine della sua carriera, passando per i dilettanti del La Storta, squadra dell’hinterland romano, fino alle ultime sette presenze nel 2007 con l’Ascoli in serie A. Una carriera ricca di avventure e soddisfazioni di un uomo intelligente da calciatore e che potrebbe sorprendere da selezionatore della Nazionale italiana.