Così non va.

Posted By on Nov 11, 2018 | 0 comments


 

Vincenzo Boscaino

 

La squadra che ha perso più punti da situazioni di vantaggio. Basterebbe questo record per spiegare tutte le debolezze della Fiorentina. Debolezze tecniche ma soprattutto mentali. Sembra essere diventato un ritornello chiamare in causa la giovane età della Viola. È diventato quasi stucchevole guardarsi allo specchio e riconoscere i soliti immutabili difetti: poca concretezza, incapacità di leggere i momenti, voglia di chiudere la partita.

Frosinone-Fiorentina è il culmine di un periodo che ormai dura da più di un mese. Non si riesce più a vincere, si gioca bene, ma non si vince. E non importa che Chiesa stia diventando sempre più una certezza, che Veretout è tra i migliori mediani della serie A e che Benassi è tra le mezz’ali italiane quella più in forma. Non si vince più.

La faccia di Pioli ai microfoni è già essa di per sé una dichiarazione. Amareggiato, svuotato, rassegnato. “Se lasci queste partite aperte, può capitare di perdere punti – ha ammesso – ma non posso rimproverare nient’altro ad una squadra che ha tirato 21 volte in porta e creato 8 occasioni da gol. Tuttavia, basta una disattenzione per rovinare tutto, dobbiamo crescere: queste sono partite da vincere, perché siamo in un momento in cui i punti pesano e questi ci servivano. Un vero peccato non aver vinto”.

Sopra il banco degli imputati, con l’accusa di colpevole massimo, c’è il Cholito Simeone. Nella stagione della consacrazione, è sparito, perso nelle sue paure. Il gol è diventato una chimera, un qualcosa di apparentemente irraggiungibile. La gioia del gol sembra qualcosa di estraneo al calciatore argentino, un lontano ricordo nelle nostre menti. Il giocatore agile, grintoso, cinico delle passate stagioni non c’è più. O almeno, non ancora. Pioli non fa drammi, “il gol arriverà” dice in conferenza. Ma sa bene che le prestazioni di una squadra passano anche dalle prestazioni dei suoi attaccanti. Forse il tempo di aspettare Simeone è finito.

La prossima partita con il Bologna è già uno spartiacque, un crocevia della stagione. Il tecnico deve lavorare sulla testa, sul carattere, sulle motivazioni. Per evitare una stagione nell’anonimato più totale, non si possono lasciare altri punti per strada. C’è bisogno di una scossa.

 

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