Vincenzo Boscaino
Oramai la classifica non è più un ossessione, l’Europa è lontana. Troppo lontana. Pioli, però, come un indomabile sognatore spera ancora di vincerle tutte, di raccogliere punti su punti ed arrivare a conquistare un posto in Europa League, spera in un miracolo e presenta i novanta minuti contro la squadra di Mazzarri come “la partita decisiva”.
Fiorentina-Torino è una sfida di culture calcistiche totalmente differenti. La classe contro la forza, il possesso contro le ripartenze, la spettacolarità contro il pragmatismo. I granata sono l’avversario perfetto per far vacillare le certezze della Viola: Mazzarri, infatti, creando moltissima intensità a centrocampo con il suo 3-5-2 vuole mettere in difficoltà la Fiorentina nella costruzione di gioco cercando di recuperare palla il più alto possibile. La squadra di Pioli soffre disimpegnarsi in palleggio dal basso e più di una volta ha commesso errori decisivi. Veretout e compagni saranno chiamati ad una prova di maturità nel fronteggiare la paura di sbagliare.
Tra i gigliati non convocato Chiesa che non ha ancora recuperato dall’infortunio avuto in Nazionale. Al suo posto Mirallas che giocherà al fianco di Muriel e Simeone. A centrocampo confermatissimo il terzetto Gerson-Veretout-Benassi, con quest’ultimo che ha una voglia matta di segnare alla sua ex squadra. Davanti a Lafont, Checcherini si conquista una maglia da titolare al fianco di Vitor Hugo nel mezzo, con Milenkovic e Biraghi sulle fasce.
Tutta Firenze spera di tenere accesa quella piccola fiammella di speranza. Questi novanta minuti saranno decisivi per capire dove si può arrivare e se questa stagione ha ancora un senso. Fiorentina-Torino è davvero “la partita decisiva”.