Una poltrona per due

Posted By on Ago 3, 2020 | 0 comments


Di Dario Vito

 

Stadio San Paolo di Fuorigrotta, un sabato sera accompagnato da un acquazzone passeggero, la stessa porta, quella con la curva “B” alle spalle. La sceneggiatura sembra la stessa della di quel sabato 14 Maggio 2016, in cui Gonzalo Higuain con la maglia azzurra del Napoli, prima eguagliò e poi superò con 36 reti il record detenuto da Gunnar Nordahl con una tripletta storica, diventando il marcatore più prolifico nella storia della Serie A.

Poco più di quattro anni dopo, la trama si ripete ma le differenze non mancano. Cambia l’attore protagonista, cambiano i costumi seppur qualcosa di molto vicino all’azzurro riecheggia e dettaglio non da poco, il silenzio assordante che fa da cornice alla scena in atto.

Ciro Immobile, napoletano di nascita, con la maglia della Lazio (per questa occasione, di un blu intenso) riscrive la storia del nostro campionato e raggiunge el “Pipa”. Non è riuscito a mettere la ciliegina finale superando l’argentino, così come quest’ultimo fece con lo svedese; in ogni caso, difficilmente Immobile scorderà questa giornata. Già, perché prima della partita del San Paolo, in mattinata era arrivato il forfait di Cristiano Ronaldo per la partita che si sarebbe disputata con la Roma in serata (unico potenziale rivale nella classifica marcatori) che ha di fatto, consegnato il titolo di Capocannoniere di questa stagione e dulcis in fundo la Scarpa d’Oro, il massimo riconoscimento per un attaccante.

Le rispettive scalate di Immobile e Higuain non sono minimamente paragonabili. Il percorso dell’argentino fu costante, solo tre assenze forzate (a causa della squalifica rimediata a Udine) e tre reti dal dischetto. La rovesciata finale, in un San Paolo pieno solo per lui, è l’emblema della stagione 2015-2016 che porta interamente la sua firma.

Questa stagione, invece, è stata segnata inevitabilmente dal Covid, che ha portato all’interruzione obbligatoria del campionato per tre mesi. Sosta forzata, che tuttavia non ha interrotto il “killer instict” di Ciro Immobile, che seppur ha sofferto la ripresa post Covid, con nove reti ha ripreso il suo inarrestabile cammino intrapreso prima della pandemia. Un percorso apparentemente più discontinuo, non per causa sua logicamente, ma che ha portato lo stesso risultato. Non si può fare a meno di sottolineare però, che di queste trentasei reti, 14 sono arrivate dagli undici metri. Senza entrare nel merito delle decisioni, è indubbio che rispetto ai tre rigori di Higuain, questi abbiano avuto un peso importante ai fini della classifica marcatori. Tuttavia, sarebbe ingiusto sminuire le reti di Immobile perché in ogni caso, i rigori vanno tirati e segnati ed anche in questo, il centravanti di Torre Annunziata ha dimostrato una freddezza notevole mettendo, appunto, a segno 14 dei 15 penalty concessi alla Lazio.

La storia di Immobile rimarrà, senza dubbio, una delle note più piacevoli in una annata che difficilmente verrà ricordata per meriti sportivi.

Ancora una volta il record si ferma a Napoli !

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