di Samuele Fontanelli
Sabato sera da incubo per la Fiorentina che prende tre sberle dalla Lazio di Maurizio Sarri nello scontro diretto per l’Europa. Un secondo tempo horror per i viola che subiscono tre reti tutte quante evitabili e finiscono pure in dieci uomini per l’espulsione di Torreira. Una sconfitta che fa malissimo sia per la classifica ovviamente, essendo la Lazio una diretta rivale per un posto in Europa League, sia per il morale visto che invece di dimostrare i suoi valori indipendentemente da Vlahovic, la squadra di Italiano fallisce il primo test senza il serbo.
Va detto che comunque nel primo tempo la partita è stata equilibrata, anzi le prime occasioni per sbloccare lo zero a zero sono state per i viola con il colpo di testa del neo arrivato Arthur Cabral e il rasoterra dal limite dell’area di Bonaventura. Dal 30esimo minuto in poi sono stati i biancocelesti a prendere il controllo della gara, anche grazie alle tante disattenzioni della Fiorentina sia in fase di costruzione che in marcatura. Gli uomini di Sarri sono riusciti troppo facilmente a trovare Luis Alberto e Milinkovic-Savic tra le linee, e proprio da un inserimento, male assorbito dalla difesa viola, di quest’ultimo è nato il goal del 1-0. La Fiorentina accenna una timida reazione che si spenge sul corretto annullamento da parte del VAR del calcio di rigore assegnato da Orsato per un fallo su Castrovilli. La Lazio poi chiude la partita con Immobile, anche se il 3-0 è autorete di Biraghi, che si presenta per due volte consecutive a tu per tu con Terracciano dopo aver eluso una marcatura francamente imbarazzante di Nastasic. Come ciliegina sulla torta arriva l’espulsione di Torreira che salterà insieme a Bonaventura, l’altro inamovibile del centrocampo di Italiano, il match di Lunedì sera al Picco contro Lo Spezia.
Troppi errori in fase difensiva, dalle disattenzioni sulle marcature preventive, come sottolineato anche da Italiano nel post-partita, che per una squadra come la Fiorentina che cerca il recupero palla immediato nella metà campo avversaria è fondamentale fare con i tempi giusti, agli sbagli individuali come quelli di Nastasic che si fa scappare Immobile con troppa facilità. Se il reparto arretrato è apparso in difficoltà sia come reparto che come singoli, infatti l’unico esente da colpe è stato Terracciano, non certo positiva è stata la prova offensiva offerta dai viola. La Fiorentina è apparsa opaca, senza idee, incapace di trovare soluzioni senza quel “regista offensivo” a cui appoggiarsi nelle difficoltà. Cabral ha bisogno di tempo per inserirsi in schemi e ambienti nuovi, peccato per l’occasione sprecata di testa nel primo tempo sarebbe stato un bel biglietto da visita. Stessa situazione per Ikone e Piatek che sembrano ancora estranei al gioco che vuole proporre la squadra viola, il polacco inoltre era reduce da un piccolo acciacco. La Fiorentina è riuscita a creare difficoltà quasi esclusivamente sulle iniziative di Sottil che al momento è l’esterno che sta meglio nella batteria di ali a disposizione di Italiano, vista anche la forma non ottimale di un Nico Gonzalez che in questa stagione sta andando troppo a corrente alternata. A questo va aggiunto una prestazione sottotono di tutto il centrocampo, in modo particolare di Torreira che, forse a causa dei postumi del covid, ha giocato la sua peggior partita da quando è a Firenze.
Un passo falso ci può stare, anche se pure con il Cagliari prima della sosta la Fiorentina non aveva espresso un buon calcio. Adesso testa alla sfida di giovedì a Bergamo contro l’Atalanta valida per la Coppa Italia. Un successo sarebbe molto importante, oltre che per continuare in una competizione di assoluto valore, anche per ridare entusiasmo ad un ambiente un po’ depresso e arrabbiato dopo l’addio di Vlahovic. L’impresa è difficile ma non impossibile visto che anche la Dea non viene da un grande periodo di forma, vedasi il KO interno contro il Cagliari, e in più sarà orfana del suo Bomber Duvan Zapata.
Intanto da Torino arriva la quarta sberla di questo weekend da incubo per la Fiorentina. A Vlahovic bastano appena 12 minuti per esultare con la maglia bianconera e far cantare lo Stadium.
Va detto che comunque nel primo tempo la partita è stata equilibrata, anzi le prime occasioni per sbloccare lo zero a zero sono state per i viola con il colpo di testa del neo arrivato Arthur Cabral e il rasoterra dal limite dell’area di Bonaventura. Dal 30esimo minuto in poi sono stati i biancocelesti a prendere il controllo della gara, anche grazie alle tante disattenzioni della Fiorentina sia in fase di costruzione che in marcatura. Gli uomini di Sarri sono riusciti troppo facilmente a trovare Luis Alberto e Milinkovic-Savic tra le linee, e proprio da un inserimento, male assorbito dalla difesa viola, di quest’ultimo è nato il goal del 1-0. La Fiorentina accenna una timida reazione che si spenge sul corretto annullamento da parte del VAR del calcio di rigore assegnato da Orsato per un fallo su Castrovilli. La Lazio poi chiude la partita con Immobile, anche se il 3-0 è autorete di Biraghi, che si presenta per due volte consecutive a tu per tu con Terracciano dopo aver eluso una marcatura francamente imbarazzante di Nastasic. Come ciliegina sulla torta arriva l’espulsione di Torreira che salterà insieme a Bonaventura, l’altro inamovibile del centrocampo di Italiano, il match di Lunedì sera al Picco contro Lo Spezia.
Troppi errori in fase difensiva, dalle disattenzioni sulle marcature preventive, come sottolineato anche da Italiano nel post-partita, che per una squadra come la Fiorentina che cerca il recupero palla immediato nella metà campo avversaria è fondamentale fare con i tempi giusti, agli sbagli individuali come quelli di Nastasic che si fa scappare Immobile con troppa facilità. Se il reparto arretrato è apparso in difficoltà sia come reparto che come singoli, infatti l’unico esente da colpe è stato Terracciano, non certo positiva è stata la prova offensiva offerta dai viola. La Fiorentina è apparsa opaca, senza idee, incapace di trovare soluzioni senza quel “regista offensivo” a cui appoggiarsi nelle difficoltà. Cabral ha bisogno di tempo per inserirsi in schemi e ambienti nuovi, peccato per l’occasione sprecata di testa nel primo tempo sarebbe stato un bel biglietto da visita. Stessa situazione per Ikone e Piatek che sembrano ancora estranei al gioco che vuole proporre la squadra viola, il polacco inoltre era reduce da un piccolo acciacco. La Fiorentina è riuscita a creare difficoltà quasi esclusivamente sulle iniziative di Sottil che al momento è l’esterno che sta meglio nella batteria di ali a disposizione di Italiano, vista anche la forma non ottimale di un Nico Gonzalez che in questa stagione sta andando troppo a corrente alternata. A questo va aggiunto una prestazione sottotono di tutto il centrocampo, in modo particolare di Torreira che, forse a causa dei postumi del covid, ha giocato la sua peggior partita da quando è a Firenze.
Un passo falso ci può stare, anche se pure con il Cagliari prima della sosta la Fiorentina non aveva espresso un buon calcio. Adesso testa alla sfida di giovedì a Bergamo contro l’Atalanta valida per la Coppa Italia. Un successo sarebbe molto importante, oltre che per continuare in una competizione di assoluto valore, anche per ridare entusiasmo ad un ambiente un po’ depresso e arrabbiato dopo l’addio di Vlahovic. L’impresa è difficile ma non impossibile visto che anche la Dea non viene da un grande periodo di forma, vedasi il KO interno contro il Cagliari, e in più sarà orfana del suo Bomber Duvan Zapata.
Intanto da Torino arriva la quarta sberla di questo weekend da incubo per la Fiorentina. A Vlahovic bastano appena 12 minuti per esultare con la maglia bianconera e far cantare lo Stadium.