di Lucio Marinucci
Difesa a tre o a quattro? Tandem d’attacco o unica punta? Cambiare o non cambiare? Sono passati mesi dall’inizio della stagione, ma il valzer dei dubbi e delle incertezze a Roma non è ancora finito. A metà Febbraio i giallorossi sono già fuori dalla Coppa Italia, annaspano ai confini della zona Europa e, salvo miracoli, anche quest’anno mancheranno l’appuntamento con la qualificazione in Champions. Del resto lo ha ribadito più volte Mourinho, il quarto posto non è alla portata, e in effetti ha ragione. È da qualche anno ormai che la Roma sulla carta ha 4/5 squadre più forti in Serie A, ma è anche vero che alla 25a giornata dello scorso campionato Fonseca aveva sette punti in più rispetto ad ora e si trovava ad appena due lunghezze dal podio. La verità è che nonostante i quasi 100 milioni di euro spesi sul mercato tra Estate e Gennaio, la Roma appare involuta, ben lontana dall’entusiasmo e dai risultati di inizio stagione. Alle prime difficoltà la squadra si è smarrita e non si è più ritrovata, dimostrandosi ancora ben lontana dal quel salto di qualità caratteriale atteso decisamente da troppo tempo. Proprio su questo tema è importante porsi una domanda anche sulle scelte comunicative di Mourinho. Più volte lo Special One ha preso metaforicamente a schiaffi i suoi giocatori, rimarcandone l’assenza di personalità. Il tentativo è sempre stato ovviamente quello di spronare il gruppo a fare di meglio, ma viene da chiedersi se le parole dure, anzi durissime, per uno spogliatoio già di per sé fragile emotivamente possano portare effettivamente giovamento. La realtà dei fatti dice che la mancanza di serenità che si respira a Roma è dovuta all’assenza di risposte. Si è cambiato il modulo, si sono cambiati gli interpreti, ma i risultati sono rimasti gli stessi. La Roma appare intrappolata in un altalenante loop di prestazioni del quale non si intravede la fine. Ora la palla passa a Mou, incaricato di porre fine questo asfissiante sortilegio che se non spezzato in fretta, potrebbe portare a scenari sempre più preoccupanti.