LUIGI PELLICONE
Tre gol all’Irlanda per dimenticare. Il Belgio trova gol, punti e un pizzico di serenità, smarrita dopo il ko con l’Italia. Vigilia carica di polemiche e j’accuse reciproci fra calciatori e allenatore. Pace ritrovata, dopo il match con l’Irlanda? Dubbi. La squadra di Wilmots si conferma insieme di interpreti, priva di uno spartito. Segna tre gol tutti in contropiede grazie alla capacità dei singoli di saltare l’uomo. Se deve impostare il gioco, non a caso, fatica enormemente.
Del 3-0 se ne giovano Wilmots e Lukaku. Entrambi al centro delle polemiche. Giorni non facili. Il ragazzo ritrova la via del gol, ma una doppietta non basta per la tranquillità. Tutto si riassume nel gol che sblocca il match. La corsa verso la panchina, l’abbraccio al fratello Jordan è normale. Meno comprensibile, invece, Wilmots. Il tecnico va verso il centravanti: quasi se lo va a prendere, a cercare un gesto conciliante. Alla fine Lukaku si “arrende” e si abbracciano. Per i fotografi, perchè i sentimenti non si comandano. Dietro quel gesto, a metà fra il richiesto e il’ forzato, si nasconde una ricerca di normalità. Ne ha bisogno, il Belgio: per ora, non è una squadra, né un gruppo. Ha poco tempo e modo di ritrovarsi e recitare da protagonista. Negli ottavi, con ogni probabilità, c’è la Spagna…