Juventus, una sconfitta tattica

Posted By on Nov 28, 2016 | 0 comments


Nicola Ciacciarelli

La Juve perde. E non è una sconfitta come le altre. Una resa incondizionata di fronte ad un avversario che corre, pressa e non solo. Sì, perchè nel 3-1 con cui la squadra di Juric supera la Juventus non c’è solo grinta e carattere, ma anche tanto acume tattico. Quel che è mancato, e non è la prima volta, a Madama.

I bianconeri non tengono il campo e appaiono disordinati sin dal fischio d’inizio di Mazzoleni. Il grossolano errore di Bonucci apre la strada al Genoa, ma non spiega l’atteggiamento generale della Juventus che accetta il ritmo forsennato dei genoani senza batter ciglio. Reparti mal collegati, giocatori fuori fase e fuori ruolo. A destare le maggiori perplessità è la posizione di Dani Alves (a proposito, per lui sospetta frattura composta del perone) abbassato sulla linea dei tre difensori, con Benatia e lo stesso Bonucci. Il brasiliano non è a suo agio, è lo specchio di una squadra spaesata, a dir poco. Alla ricerca di se stessa e di un filo conduttore. Ma le energie mancano e la lucidità è ai minimi termini. Mai un cambio di gioco od una giocata utile. Tanti, troppi tocchi che non fanno altro che impennare il dato del possesso palla, utile solo per gli appassionati di statistica. La squadra di Allegri è farraginosa in fase di impostazione ed oppone una labile resistenza quando è attaccata. Sulle fasce banchettano Laxalt e Lazovic, mentre Ocampos rimane un dilemma stile cubo di Rubik per gli interi 90 minuti. Simeone fa doppietta di testa e Rigoni, con l’aiuto di Alex Sandro fa tris. La ripresa offrirebbe qualche chance per rientrare in partita, complice un Genoa sazio e che si accontenta di difendere la propria area, ma i bianconeri sprecano con Khedira, Mandzukic e Sturaro. La rete di Pjanic non può alleviare una ferita difficile da rimarginare.
Per la Juve terza sconfitta in campionato, tutte aver affrontato un turno di Champions. Precedentemente i campioni d’Italia persero a settembre con l’inter dopo aver pareggiato a Torino con il Siviglia e con il Milan dopo aver espugnato Lione. Anche in quel caso i bianconeri difettarono nell’atteggiamento, dimostrandosi in debito d’ossigeno. I continui cambi tattici e di formazione rischiano di far perdere la bussola ad una squadra che prosegue a basare le sue fortune su colpi di genio e sull’inventiva dei singoli. Tradizione giornalistica vuole che in giornate del genere si provi a rintracciare qualche nota lieta. Compito arduo nel pomeriggio di Marassi, ad eccezione del rientro di un volitivo Higuain. Nella sconfitta di Genova c’è poco di casuale e molto di logico, questo è il problema per Allegri. Quattordici giornate e quattordici formazioni diverse, difficile trovare continuità di gioco ancor prima che di rendimento. Al tecnico livornese non resta che dare uno sguardo alla classifica e accorgersi che comunque i suoi son riusciti a raccogliere un discreto margine sulle inseguitrici, tanto da potersi permettere passi falsi come quelli del Ferraris e rimanere in testa. Se la lezione è servita lo sapremo a breve. Sabato, allo Stadium, arriva la lanciatissima Atalanta di Gasperini. I bianconeri hanno sempre reagito a sconfitte con vittorie convincenti (4-0 al Cagliari e 4-1 alla Samp dopo i ko di Milano). Allegri tocca ferro.

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