Gianluca Guarnieri
La vendetta è un piatto che si serve freddo. Edin Dzeko è il grande protagonista di questo inizio 2017. Additato in maniera miope come “bidone” dopo la difficile stagione d’esordio dello scorso anno, il cannoniere bosniaco ha dimostrato il suo valore segnando ben 17 reti che lo portano in testa alla classifica dei cannonieri. Forse nemmeno nel Wolfsburg o del Manchester City era così efficace nel trovare prolificità e diventando un punto di riferimento indispensabile per Spalletti ed i suoi compagni.
Esiste una Roma con Dzeko ed una senza Dzeko, con il numero 9 che garantisce movimenti, sponde, profondità di gioco che lo rendono elemento irrinunciabile, unito il tutto ad una ritrovata efficienza devastante in area di rigore: in gol di destro, sinistro e di testa, sia di forza (vedi quello al Cagliari da attaccante di sfondamento) che di tecnica pura (Genova con la Sampdoria o il primo contro la Fiorentina…).
Una valanga di reti, 24 in 32 presenze sono una statistica chiara e rendono bene l’importanza dell’ex ManCity, in lotta anche per la “Scarpa d’Oro” europea bravo a giocare la palla anche al di fuori dei 16 metri, smistandola sempre nella maniera adeguata. Un elemento ritrovato e determinante che ormai si può considerare nel “Gotha” dei super attaccanti romanisti di tutti i tempi, con Pruzzo, Batistuta, Balbo, Voeller, Montella, Prati, Manfredini, Da Costa e Francesco Totti.