Il lampo di Belotti, l’improvviso vaglio di un superato travaglio

Posted By on Feb 22, 2022 | 0 comments


di Gianni Massaro

 

Un derby dai messaggi rappresentativi di un’intera stagione. Milinkovic tra i pali non offre grandissima sicurezza, dietro il Toro però è una squadra solida con i due buoni Rodriguez e Djidji a fiancheggiare il perentorio Bremer voluto da mezzo mondo calcistico (sicuro almeno per quello che riguarda la ‘nobiltà’ della A) e mezza galassia. Senza orpelli e mosse galanti, il Toro va in svantaggio sul cross di Cuadrado da angolo e il colpo di testa è di de Ligt già mostratosi uomo derby alla prima rete in A, Vojvoda travolto dall’uragano olandese, domina l’aria e Vlahovic nello stacco risoluto il biondo centrale.
La Juve del tridente non regge, nel mezzo ondivaghi contenuti proposti da un brillante e combattivo Zakaria e un Locatelli alla lunga compassato e impreciso. Il Toro la difesa l’ha ben salda, numeri quasi come quelli juventini; i padroni di casa dalla difesa rabberciata tra Danilo squalificato e le assenze di Bonucci e Chiellini si affidano alla coppia centrale A.Sandro-de Ligt, Rugani infortunatosi nel riscaldamento e Pellegrini a sinistra ha l’aitante Singo come dirimpettaio. L’alchimia offensiva stenta a decollare con Dybala uscito nella ripresa non al meglio e Morata privo della stoccata vincente, Vlahovic anche in difficoltà: brilla eufemisticamente poco il serbo che ha bisogno di crescere e maturare ulteriormente e forse di porsi in grado di gestire a pieno una maglia iper pesante: ingombrante corazza bianconera.
Nel secondo tempo si ha il vincitore eventuale, il verdetto pare nei primi minuti nelle mani bianconere ma gli assalti da una fascia all’altra del campo torinisti acuiscono e migliorano, a ora valicata il timbro del pari giunge. Si ridesta il Gallo fin lì autore di una generosa prova assai opaca e scialba. Cuadrado in velocità non riesce ad arginare un frizzante ed intraprendente Brekalo e Alex Sandro in un tuffo sgraziato sconnette la spina da manuale di difesa, intervento (mancato) del brasiliano da fantasista o esterno offensivo prestato a tutelare il castello. E Wojciech è trafitto da un bel gol in girata di Belotti, abile e coraggioso a tramutare la scia in pareggio. Bremer sicuro dietro spicca, non la si prenda quale eresia ma in parte per sicurezza, attitudine e fiera postura ha qualcosina di Thiago Silva. In fondo anche l’ex PSG e Milan iniziò ad imporsi venticinquenne al primo anno di Italia nel 2009. Bremer a marzo ne compirà 25, fedele e vigoroso difensore con un gesto di rilievo nel mare magno dal continuo banco di prova a forma e a fior fiore di banconote ha rinnovato il contratto in scadenza prolungandolo di un anno così da non andare via svincolato.
La ‘Difensivata’ in scena all’Allianz il 18 febbraio vede dunque parecchi giocatori di difesa particolarmente protagonisti.
Nella Juve cupo Alex Sandro e un più ruggente De Ligt oltre al gol, sulla destra un nervoso Cuadrado propizia il vantaggio ed è in parte colpevole sullo strappo di Brekalo. Il Toro opprime lì nel mezzo, con l’apporto di un buonissimo giocatore come Lukic forse un po’ sottovalutato e un muscoloso, fastidioso e propositivo Pobega. Mandragora prova un timbro d’autore un po’ pretenzioso, il campano capace di reti strabilianti adotta in seguito il sentiero della decisione, conclusione deviata da Cuadrado in corner. Una Juve si profila quasi piatta nell’economia del gioco, un punto guadagnato come proferito da Allegri ha ancora più valenza dopo gli scivoloni delle milanesi e specie delle romane e della Dea. Il derby specchio in buona percentuale dell’andamento bianconero nel 2021-22 di rado capace di incanalare in modo più tranquillo, in A prima vittoria con più di un gol di scarto a Roma con la Lazio ma solo nel finale, fino al culmine d’un ottimo dicembre introdotto dallo 0 a 2 a Salerno il 30 novembre. Un pareggio e 3 vittorie segnandone 2 e senza subire aprendo nel primo tempo e chiudendo a gara ampiamente inoltrata. Tra i ragazzi di Juric Singo si dimostra la scheggia dei granata, arruffone da grande gamba, passo e fisicità, nella stracittadina spinge e colleziona una serie di scelte sbagliatissime, il potenziale dell’ivoriano è alto. Bremer placca Vlahovic e Belotti placa l’ascesa della concreta Juve all’insegna della degna legna e dai pochi strappi. Appannato il Gallo si ridesta in pochi secondi.
Poco ritmo l’avvio ripresa e a pareggio acquisito decolla in intensità, arma specie impugnata dagli ospiti.
A Spezia e a Udine gli ultimi due gol del Gallo lombardo, nella scorsa stagione.
Dopo il gol inutile ai fini del risultato con l’Atalanta e quello a suggellare una vittoria già acquisita contro la Samp arriva la luce nel ginepraio per Andrea. Risale la china e sfrutta la percussione di Brekalo avallata dalla preziosa collaborazione di Vojvoda, Mërgim da un apporto costante e di spessore, uno che difficilmente sbaglia in modo grossolano, nella truppa di Juric un calciatore dai modi non vistosi il ragazzo prelevato dallo Standard Liegi.
Senza demeritare e senza luci imperiose, standard come il coinvolgimento da protagonista non di spicco sul gol che dà molto al Toro, rigetta luce sul Gallo e toglie tantissimo alla Juve. Lukic intercettando aveva contribuito all’angolo del vantaggio e lo stesso serbo chiude bene su un tiro di Vlahovic a pareggio appena acquisito da un Toro nei dettagli più presente, e nelle corse, e anche l’insufficiente Gallo tra i peggiori dei protagonisti in campo nella prima ora si ridesta immagazzinato un 2021 molto difficoltoso.

Submit a Comment