Relegato a re Leão. Il Milan e l’ominoso spinoso caso Leão

Posted By on Feb 22, 2022 | 0 comments


di Gianni Massaro

 

Il calcio cambia ma non troppo. Il Milan di Pioli da scoperta, piacevole sorpresa passato a salda certezza, il tempo però è occorso, il lavoro seme quotidiano accorso nella tempesta lasciata dall’enigmatica gestione societaria cinese. Arremba il Milan senza snaturarsi particolarmente con voglia e gamba, un modo di giocare energico e pimpante con giuste precauzioni ed accorgimenti di partita in partita. Il 2020-21 partendo in sordina alla prima che inizia dal principio sulla panca milanese Pioli, alla prima di ritorno capolista e Poli permettendo il Bologna è ammansito pur non senza difficoltà. Donnarumma prezioso come Ibra a suo modo, dal rigore sbagliato dello svedese Rebic ribatte trafiggendo Skorupski. Era un ottimo Milan spumeggiante specie nella prima ora di gioco e dava un segnale non flebile seppur poi labile con l’avvicinarsi primaverile e l’Inter sempre più in fuga. A Bologna una delle non tante volte in cui i rossoneri del 2021 hanno fatto doppia cifra di tiri nello specchio, squadra di governo e dominio dinamico a folate e di lotta nella zona cruciale del campo quella rossonera. Il messaggio continuerà col quadruplice sentenziare al Crotone in casa e si infrangerà nelle seguenti sfide a La Spezia e con l’Inter, 6 punti in ballo praticamente 9 e il tricolore si fa evanescente con la marcia poderosa e corposa nerazzurra. A supporto di Barrow nella batteria di trequarti felsinei Orsolini, Soriano e Sansone; Dominguez si ritroverà ad avere una ghiottissima opportunità murato da Gigio. Tra una traversa di Theo ad aprire i pericoli significativi e un paio di ottime opposizioni di Skorupski il vantaggio arriva dall’episodio. Leão trattenuto in area da Dijks. Il portoghese già uomo caliente di trasferta stradecisivo a Benevento con una pennellata d’autore così come in casa del Sassuolo in un flash, egli che aveva indirizzato a Milano a inizio campionato di doppietta allo Spezia brillante di Italiano.
A Bologna contribuì massicciamente ad indirizzare la gara rinviando proprio alla successiva tappa lontano in Liguria con i ‘MaggioreBastoni’ la prima sconfitta fuori casa stagionale. Era il Diavolo dove Tomori iniziava a prendere confidenza e Leão era re, ominoso e dannoso talvolta per gli equilibri della squadra di Pioli e in qualche circostanza spina nel fianco degli avversari. Nel fianco appunto. Nel bianco appuntito, uomo più avvezzo alla trasferta con la seconda casacca e sull’esterno. Sul fianco si ma non tanto, anche di punta: una punta mobile da baldanza disconnessa. In area guadagnerà da esperta e rapida punta il rigore da cui scaturisce il vantaggio al Dall’Ara a fine gennaio, dal suo lancio nella ripresa verso Ibra generato un goffissimo duplice tocco di mano di Soumaoro e Kessie non sbaglia. Si riapre l’incontro poiché Hernandez sbaglia dando modo a Poli nello sviluppo dell’azione di fare il gol dell’ex, ultimo in A.
Il Milan si esalta tanto fuori da mura amiche: 9 sulle prime dieci vinte.
Al Dall’Ara si nota un Milan a lungo interessante col culmine della bellezza a Torino, Leão in panca nel convincente 0 a 3 alla Juve entrerà invece quando il Milan la giornata dopo espugnerà 0 a 7 il campo del Toro facendo un assist a Rebic di grande altruismo. 0 a 7 come fatto dall’Atalanta e con il massimo della maturità e della concretezza raggiunta nell’ultima trasferta decisiva per il ritorno in Champions a Bergamo. Leao lì c’era e colpirà anche un palo.
L’ex Lille cresce e va a limare vari dettagli importanti, la mossa a sorpresa di Pioli in quel di Bologna nell’inverno 2021 da fantasista, da 10 trequartista con Rebic e Saelemakers alle spalle di Ibra. La più alta espressione del calcio di Pioli per colpi, solidità, trame e cinismo arrivato col 0 a 7 in casa del Torino di Nicola senza il divino Ibra e con Leão in panca: Castillejo, Calhanoglu e Diaz alle spalle di Rebic e ancora lontana la versione migliore di Rafael. A Bologna una delle sue ultime prove dense di spessore nel 2020-21, Leão è uno bisognoso di essere ‘relegato’ a re nel gioco, toccando tanti palloni per stancare gli avversari, dribblare e far salire la squadra, punizioni e cartellini guadagnati, il tasso di cinismo e concretezza da incrementare. Pioli ha lasciato una traccia al Dall’Ara e il numero 17 l’ha attraversata. Nel seguente torneo tra l’avvicendarsi di Rebic, Ibra e Giroud numeri nove ha abbracciato l’esterno dove il calcio dell’ultimo periodo è più pungente ma un interessante collaudo nel telaio insieme a Ibra e a Sor Rebic intrigante opzione in più forse pensata dall’allenatore le poche volte che li avuti tutti a disposizione. Un tridente durato poco più di un’ora prima delle forze fresche balcaniche Krunic e a seguire Mandzukic. Un’ora convincente dalla forza d’urto efficace in una partita suggellata e con quella triade sigillata dalla trasferta rossoblu. Il motore libero e più diligente sulla sinistra potrebbe rivelarsi letale anche da dieci puro, duro e compatto, dall’ottima tecnica di base il 17 ha dimostrato di averlo il gol nel sangue e qualche ricamo da assist anche, oltre ad un’acclarata fisicità e uno spunto buono sull’istante e difficilmente placabile sul lungo. Come in Italia si sono inariditi talenti di classe o emigrati sull’esterno, Insigne, Berardi o più giovani leve come Vignato.
Può essere un campione nei paragoni pure con l’estero dove ad esempio proprio al connazionale J.Felix è mancato lo scatto decisivo. I trequartisti sempre più seconde punte o esterni o persino attaccanti come Foden nel City di Guardiola. Alla fine nel giudizio di Leão il quadro generale ricavato tende a porsi semplificato, i controlli ottimi, scatti e accelerazioni poderose, fiuto del gol in crescita. E rispetto ai colleghi del campionato ha struttura e slancio rilevante a mordere medi spiazzi e abbastanza abile nello stretto senza dare punti di riferimento.
Spina nel fianco a partire dalla fascia sinistra convergendo o in dribbling, la lode della versatilità potrebbe giungere rivestendo in alcuni casi il ruolo di trequartista. La laurea del 10 da arma in più alle spalle di un centravanti, talento superiore coinvolto e insieme al gruppo.
In un calcio tendente a porsi bello e convincente quando si è propositivi.

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