La Top 11 del derby di Milano

Posted By on Apr 17, 2015 | 0 comments


di Michele D’Alessio

 

Centocinque anni fa si è giocato il primo derby di Milano. Da allora, prima all’Arena Civica e poi a San Siro, sono stati centinaia i calciatori che hanno disputato la stracittadina. Alcuni hanno fatto la storia, altri hanno lasciato buoni ricordi più per i cugini che per i propri colori. E’ impresa difficile, ma proviamo a stilare la formazione ideale, la top undici di questo secolo, tra i calciatori che sotto la Madonnina hanno compiuto gesta andate direttamente nei libri di storia del calcio.

Per cercare di accontentare equamente tutti i ruoli, scegliamo il più zemaniano dei moduli: 4-3-3. La scelta più complicata è quella legata al portiere. Sono stati tanti i numeri 1 che hanno fatto miracoli, da Zenga a Sebastiano Rossi, da Albertosi a Julio Cesar, da Angelone Peruzzi a Dida. Tra i pali, la nostra scelta ricade su un portiere fortissimo, troppo presto dimenticato: il “ragno nero” Fabio Cudicini. Indossava spesso la calzamaglia per proteggersi dal freddo pungente della Lombardia, e così si conquisto questo soprannome. Nonostante il suo metro e novantuno, era molto agile nelle uscite, e bravo nel respingere i palloni bassi. Pochi altri portieri nella storia davano tanta sicurezza alla difesa. Avrebbe meritato una carriera più fortunata. Nella linea difensiva mettiamo quattro capitani. A destra,Javier Zanetti, el tractor, ultima bandiera nerazzurra. E’ superfluo spiegare ciò che è stato Zanetti per l’Inter nell’ultimo ventennio. A sinistra, Giacinto Facchetti. Facchetti è stato il capitano dell’Inter di Herrera, quella che negli anni ’60 ha conquistato letteralmente il mondo. E’ ricordato da tutti come un uomo buono, un monumento per l’Inter e per tutta Milano. In mezzo alla difesa va la coppia Franco Baresi – Paolo Maldini. Questi due hanno segnato un’epoca. Il Milan di Sacchi, quello degli “invincibili”, è stato una macchina perfetta, conquistando coppe e scudetti a ripetizione. Baresi e Maldini, due esempi di professionalità e assoluto attaccamento alla maglia. Nel centrocampo a tre mettiamo due campioni del mondo, e uno che questo titolo lo ha sfiorato. Gabriele Oriali, una vita da mediano, che andò anche a segno in una stracittadina del 1979. Andrea Pirlo, regista incredibile, che in rossonero si è tolto lo sfizio di vincere due volte la Champions League.Sandro Mazzola, l’immagine più nitida dell’Inter anni sessanta e settanta, considerato uno dei calciatori più forti di sempre. Là davanti il gioco si fa duro. La scelta di sole tre maglie è eccessivamente restrittiva, quando ci si trova di fronte a decine di campioni, tra cui diversi palloni d’oro. Il posto d’onore va a Giuseppe Meazza, campione del mondo 1934 e 1938. A lui è intitolato lo stadio, dopo aver vestito entrambe le maglie, e segnato più di quattrocento gol tra prima e dopo la seconda guerra mondiale. A fianco al Pepìn, mettiamo Ronaldo. Anch’egli ha varcato del Naviglio da una sponda all’altra, seppur via Madrid e ad un lustro di distanza. La sua stagione 97/98 è tra le migliori, e in tanti in quell’anno lo hanno definito il migliore attaccante di sempre. In rossonero punì l’Inter portando in vantaggio i suoi in un derby poi perso dal Milan. Marco Van Basten, infine, non può mancare. E’ stato il prototipo dell’attaccante perfetto, ha trascinato il Milan a tanti successi e in generale il calcio in una nuova era. Prima di lui uno così non si era mai visto, e se solo le caviglie non lo avessero abbandonato troppo presto, sarebbe stato ancora di più rispetto al campione immenso che è stato. Rimangono tanti esclusi, da Matthaus a Shevcenko, da Rivera a Altobelli, da Paolo Rossi a Ibrahimovic. Tutta gente che ha fatto la storia di questo derby, che in tempi nemmeno tanto lontani, attirava gli sguardi di tutto il mondo.

Submit a Comment