di Marco Cannaviccio
Un match che è l’emblema dell’intera stagione, questo è stato Lazio-Sassuolo. Un primo tempo giocato discretamente dai ragazzi di Pioli i quali, come altre volte accaduto nel corso di questo anno calcistico, hanno dato l’impressione di poter essere sulla strada giusta creando speranze e aspettative ad un popolo ormai disilluso. Nella ripresa invece ecco apparire la nuda e cruda realtà: riecco la Lazio vista fin troppe volte in stagione, quella squadra mediocre, confusionaria e senza idee che a fine febbraio non ha già più nulla da chiedere al campionato. Altre volte in stagione la compagine capitolina era apparsa decisa e determinata ad invertire la rotta negativa, giocando discretamente alcune partite senza però poi trovare mai quella continuità necessaria per raggiungere l’obiettivo. Come una rondine non fa primavera, così un primo tempo o una sola partita non risolvono i problemi di un gruppo che in estate sarà rifondato. Se dopo le vittorie contro Inter e Fiorentina la Lazio tornò abulica e irriconoscibile contro il Carpi, così dopo un discreto primo tempo contro il Sassuolo la ripresa è stata a dir poco oscena. I ragazzi di Di Francesco hanno dominato in lungo e in largo, dimostrando di possedere voglia, fame, organizzazione e qualità, tutte cose che la Lazio quest’anno non ha quasi mai dimostrato di avere. L’unico interesse rimasto in questa pessima stagione è l’Europa League, ultima ancora di salvezza nonché unica competizione dove la Lazio riesce a dare il meglio di sé.