Tottenham-Borussia Dortmund: radici antinaziste

Posted By on Mar 17, 2016 | 0 comments


di Stefano Renzi

 

La sfida di questa sera fra Tottenham e Borussia Dortmund non dirà solamente chi si qualificherà per i quarti di finale di Europa League, ma mostrerà come il destino, a volte, possa far incontrare due storie apparentemente lontane ma radicalmente simili.

 

Tottenham, zona nord di Londra. È in questo quartiere storicamente ebraico che nasce l’omonimo club calcistico, ed è proprio con la comunità giudaica al suo interno che si identifica la tifoseria degli Spurs. Un senso di appartenenza culturale talmente radicato che ciascun supporter della squadra londinese ama definirsi uno “Yid”, un Giudeo, a prescindere dal fatto che sia ebreo o meno; questo appellativo è utilizzato spesso dalle tifoserie avversarie in senso dispregiativo, e proprio a causa di ciò i tifosi del Tottenham – organizzati nel cosiddetto “Yid Army” – mostrano fieri le loro origini attraverso bandiere con la stella di Davide e intonando cori di matrice ebraica. Tutto questo è spesso costato caro all’ “Esercito dei Giudei”, preso di mira con aggressioni fisiche da parte di gruppi neonazisti e di estrema destra, come successe a Roma nel novembre del 2012 o a Lione nel febbraio del 2013: tifosi londinesi in trasferta presi a bastonate in un pub solamente perché rappresentanti della comunità ebraica. Se si parla di insulti verbali gli episodi sono ancora più numerosi, come nel caso di un Derby in casa del West Ham, avvenuto pochi giorni dopo il raid di Campo de’ Fiori, dove alcuni supporter degli Hammers hanno inneggiato ad Hitler ed alle camere a gas. Cori di carattere antisemita che rafforzano ancor di più il sentimento ebraico di questa tifoseria.army

Questo coinvolgimento emotivo non è così spiccato, invece, tra i sostenitori del Borussia Dortmund, ma la loro storia e quella del club per cui tifano si legano profondamente con le radici degli “Yids” del Tottenham in senso antinazista ed antirazzista. La squadra giallonera, infatti, nasce a Dortmund, città della Vestfalia e in particolare della regione della Ruhr, zona della ex Germania-Ovest storicamente abitata da masse di proletari e di operai, ma anche da una consistente comunità ebraica. Gli ideali dei supporter del BVB si rispecchiano in queste origini, e ciò fa di loro una tifoseria di estrema sinistra e dichiaratamente avversa al nazismo e al fascismo. In questa regione, però, si registra anche uno dei tassi più alti di aggressioni da parte di gruppi organizzati di estrema destra ai danni dei loro “avversari” politici e degli abitanti di religione giudaica. Nel novembre 2014 a Dortmund il partito Die Rechte (“La destra”) ha addirittura inviato una lettera al sindaco Ullrich Sierau, chiedendo di comunicare il numero degli ebrei che abitano in citta’ ed i loro indirizzi, richiesta che è stata naturalmente respinta ed accompagnata da non poche polemiche. Questa opposizione al nazismo è insita nella città tedesca se si pensa ad un episodio avvenuto nel 1933, in pieno regime Nazionalsocialista: Adolf Hitler avviò la cosiddetta “nazificazione dello sport”, attraverso la quale eliminare tutti gli sportivi e i dipendenti di razza non ariana. August Busse, allora presidente del Borussia Dortmund, rifiutò l’adesione al partito nazista ribellandosi all’idea che la sua squadra potesse essere utilizzata come propaganda dell’ideologia antisemita e come mezzo del Terzo Reich. Busse non si limitò a questo, ma iniziò una campagna comunicativa contro il regime attraverso volantini antinazisti distribuiti per le strade e all’interno dello stadio. I suoi collaboratori furono scoperti e condannati a morte, mentre Busse fu destituito, allontanato dal club e dalla Germania governata da Hitler, per poi fare ritorno dopo la fine della guerra. La storia di Dortmund e del Borussia, quindi, mostra quanto questa città sia sempre stata attiva dal punto di vista politico e culturale, grazie alla grande comunità di Ebrei al suo interno ed ai numerosi abitanti militanti nei partiti di sinistra. Lo stesso Reinhard Rauball, attuale presidente del club giallonero, è un membro attivo del Partito Social-Democratico Tedesco radicato nel mondo sindacale e dei lavoratori, e nel 2014 ha lanciato la campagna Kein Bier für Rassisten, contro ogni forma di razzismo e xenofobia. La società ha poi mostrato apertamente la totale intolleranza nei confronti delle posizioni politiche dell’estrema destra di orientamento nazista, una presa di posizione che potrà fare solo piacere ai tifosi e ai membri del Tottenham, fieri della propria cultura ebraica di cui anche il presidente Daniel Levy ed il suo vice David Buchler fanno attivamente parte.


Le origini e le storie di questi due club sono due linee parallele mutate nei decenni, che arriveranno a convergere in un solo punto dello spazio-tempo questa sera, alle 21:05, nella cornice londinese del White Hart Lane. I tifosi gialloneri saranno fieri di assaggiare i tipici “Bagel” ebraici venduti nei pressi dello stadio, magari in compagnia dei supporter avversari, all’insegna di una sfida destinata ad essere ricordata come un Derby profondamente accomunato da radici antinaziste.

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