Leicester, quando il mercato non è tutto

Posted By on Apr 25, 2016 | 0 comments


di Marco Cannaviccio

In questo periodo tutti parlano del miracolo Leicester e di come una squadra che avrebbe dovuto salvarsi stia per vincere un incredibile campionato. Se i meriti di Ranieri sono già sotto gli occhi di tutti, dando uno sguardo al mercato estivo e a quello invernale dei Foxes il lavoro del tecnico italiano ne esce ancor più rafforzato. Il Leicester ha chiuso le due sessioni di mercato con un passivo di 40 milioni, cifra che lascerebbe supporre una forte campagna di rafforzamento dell’attuale capolista della Premier.

Invece le cose non sono andate così. Tra tutti gli acquisti fatti dalla dirigenza biancoblu, sono ben pochi i calciatori che hanno realmente dato un contributo alla causa. Kanté, Huth, Okazaki e Fuchs sono gli unici elementi che hanno fornito un vero e proprio apporto a Ranieri: il centrale tedesco e il centrocampista francese sono due pilastri dei Foxes, mentre Okazaki e Fuchs si sono resi comunque utili alla causa. Tolti questi acquisti però, rimangono calciatori comprati tra luglio e gennaio, spendendo la discreta cifra di 25 milioni di euro, che sinora si sono rivelati inutili. Iniziando con le vecchie conoscenze del campionato italiano Inler e Benalouane e continuando con i vari Amartey,  Gray e Dyer.

Alla luce dei fatti, le due sessioni di mercato hanno fatto arrivare alla corte di Ranieri diversi elementi ben pagati che però non sono serviti a nulla. Alla luce di un mercato non perfetto e dello spreco di svariati milioni, ecco che il lavoro del tecnico di Testaccio acquista ancora più valore. Acquistare molti giocatori ricostruendo una squadra dalle fondamenta  è un compito non semplice, ma con i soldi che girano in Premier non è così impossibile. Mantenere invece quasi del tutto inalterata l’ossatura di una squadra che la stagione precedente si era salvata all’ultimo e portarla in vetta al campionato, è senza ombra di dubbio una vera e propria impresa da tramandare ai posteri.

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