Storie di calcio, le squadre della DDR: la Dinamo Berlino (prima parte

Posted By on Apr 27, 2016 | 0 comments


di Massimo Fabi

 

 

dinamo squadra

Calcio e potere statale. Un binomio saldo nell’ex Europa comunista, compresa la Germania orientale. Nell’ottobre 1949 la ‘cortina di ferro’ si calava ufficialmente sul continente con la proclamazione della Repubblica Democratica Tedesca conseguente alla nascita della Repubblica Federale. I sovietici avrebbero amministrato la propria zona di influenza ancora per poco passando presto il timone ai tedeschi stessi: per garantire l’ordine e neutralizzare ogni accenno di sommossa o sovversione al regime, nel 1950 veniva messo in piedi il Ministero per la Sicurezza di Stato, ossia la temutissima Stasi. Occhio diabolico del partito, la Stasi si affermava come micidiale strumento di controllo della vita privata di ogni cittadino con tanto di implacabile servizio di spionaggio. Proprio come la ‘parente’ russa Ceka, antenata del KGB, anche i servizi di polizia segreta della DDR si sarebbero infiltrati nel settore calcio: il massimo campionato della Germania comunista, la DDR-Oberliga, avrebbe così visto una tardiva ma devastante ascesa della Dinamo Berlino, società controllata dal famigerato Erich Mielke, colui che diresse la Stasi dal 1957 al 1989 facendone una immensa macchina burocratica.
berlinQuello che divenne il club più importante di Berlino Est traeva le sue fondamenta dalle ceneri della Volkspolizei Berlin, la squadra della polizia locale. Nata nel 1953, la SC Dynamo Berlin, inizialmente SV Dynamo, giocava le sue primissime stagioni nella lega cadetta, la DDR-Liga, per poi approdare in prima divisione nella sessione 1954-55. Sebbene la ‘dittatura’ della Dinamo sul campionato teutonico orientale avrebbe tardato ad affermarsi, proprio in quell’anno la mano di Mielke fece subito vedere i suoi effetti: i giocatori della Dinamo Dresda, campione nel 1953, furono trasferiti in blocco nella capitale con conseguente epurazione e retrocessione del team della Sassonia. Lo stesso ordine fu imposto ai migliori esponenti dell’Union Berlino: i più bravi calciatori dovevano militare nella Dinamo, e chiunque si rifiutasse al cambio maglia, tra calciatori e dirigenti, poteva finire nel carcere di Hohenschönhausen, il grande luogo di detenzione dei prigionieri politici. Negli anni a seguire arrivarono tuttavia una retrocessione e solo una coppa nazionale vinta nel 1959: i primi congegni poco leciti erano già stati messi in atto, ma la gloria per la Dinamo di Mielke doveva dunque ancora attendere. Sotto la presidenza del capo della polizia segreta, il club veniva rifondato nel 1966 assumendo i colori bordeaux e bianco: nonostante il terrore diffuso presso la società, sul campo la squadra gestita dalla Stasi avrebbe conosciuto l’umiliazione di un’altra retrocessione nel 1967 e vissuto annate non esaltanti nel contesto di una Oberliga equilibrata e che vedeva alternativamente vincitori Vorwärts Berlin (nel 1971 spostata dalla capitale a Francoforte sull’Oder per volere politico), Carl Zeiss Jena, Magdeburgo e Dinamo Dresda. Una ‘democrazia’, comunque, destinata ad essere abbattuta perché la Dinamo Berlino doveva vincere. Il ‘golpe’ fu di fatto annunciato dallo stesso Mielke nella primavera 1978, rivolgendosi alla Dinamo Dresda pentacampione di quel decennio d’oro con queste parole: “Festeggiatelo bene questo titolo, in quanto sarà l’ultimo che vincete”. Non sarebbe stato proprio l’ultimo, avendo i giallo-neri conquistato altri due Meisterschale prima che la Germania venisse riunificata, ma tale avvertimento misto a minaccia ebbe un fondo di verità: per dieci stagioni consecutive, dal 1978-79 al 1987-88, la massima divisione della Germania Est fu oggetto di dominio assoluto della Dinamo Berlino guidata dal tecnico Jürgen Bogs.

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