Serie A, il mercato condizionato dal ”4+4”

Posted By on Ago 12, 2016 | 0 comments


Nicola Ciacciarelli

Poco più di una settimana al via. Poco più di una settimana e si comincerà a fare sul serio. Una stagione che partirà con una novità importante, la regola del ”4+4”. Cerchiamo di fare chiarezza. Una società dovrà inserire 4 giocatori provenienti dal proprio vivaio(devono aver collezionato almeno tre stagioni in primavera tra i 15 e 18 anni) e altrettanti di”formazione italiana”, ovvero con tre anni di militanza in una qualsiasi squadra dello stivale tra i 18 e i 21 anni. Come nella scorsa annata ogni rosa può avere un massimo di 25 elementi, di cui solo 17 sono liberi dai vincoli di cui sopra.

In Serie A, al momento, solo Crotone (24), Chievo (25), Empoli (25) e Genoa (24) sono entro questa soglia. Diverse le squadre, invece, con rose extralarge. A partire dai 35 elementi dell’Udinese, 33 nella Lazio, 32 per Juventus, Atalanta e Palermo, 31 per la Roma, 30 nel Milan e così via. Il rischio è che possano esserci, dunque, esclusioni eccellenti come quella di Vidic lo scorso anno all’Inter.

La settimana che precede l’inizio del mercato potrebbe risultare piuttosto movimentata, proprio a causa di possibili ”tagli” o di acquisti funzionali nell’ottica del 4+4. Regola che ha sicuramente influito su alcuni movimenti delle società. È il caso di Gianluca Lapadula, per esempio, bomber di B lo scorso anno e arrivato a Milano anche perchè di formazione italiana. E che dire della vicenda Lazio-Keita. Possibile che possa esserci la volontà del presidente Lotito di trattenere il ragazzo, proprio per il suo trascorso nelle giovanili biancocelesti. Ma il rischio che la regola venga aggirata è dietro l’angolo. Facile immaginare che alcuni giocatori rimangano nelle società di appartenenza solo per far numero e raggiungere la quota necessaria, rischiando di ammuffire in panca. Potrebbe essere il caso di Marrone alla Juventus, o di Andreolli e Ranocchia all’Inter. Appare evidente, dando una rapida scorsa alle rose della Serie A che sia affari in entrata che in (possibile) uscita sono condizionati dai nuovi regolamenti. Un regolamento che, se da una parte prova a valorizzare i vivai nostrani, dall’altra rischia di bloccare la crescita tecnica e agonistica di alcuni giocatori.

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