Michele D’Alessio
Chissà come si dice cilecca in olandese. Neanche il tempo di dare il benvenuto a Joao Mario, centrocampista portoghese prelevato dallo Sporting Lisbona, e alla sua nuova maglia numero 6 (che fu di Djorkaeff), l’Inter di De Boer floppa clamorosamente in casa la seconda di campionato, dopo la falsa partenza contro il Chievo. Stavolta a togliere due punti ai nerazzurri è il Palermo, squadra di una pochezza tecnica imbarazzante, capace di passare in vantaggio e non subire più di una rete dalla corazzata di De Boer.
Eppure ci sono delle attenuanti. La Gazzetta dello Sport di oggi nelle pagelle dà il Senza Voto ad Handanovic, segno evidente di come l’Inter non abbia praticamente mai sofferto, e il gol di Rispoli sia stato effettivamente frutto del caso, col pallone terminato in porta dopo una deviazione del malcapitato Santon, un giocatore schierato titolare dopo un’estate trascorsa a non superare visite mediche in tutta Europa.
L’espressione del calcio totale, quello olandese per eccellenza, è ancora di là da venire, se Medel si trova 3 nitide palle gol tra i piedoni, e Banega smista gioco nella sua metà campo. De Boer chiede ai terzini di spingere ed andare sul fondo, ma da Santon e D’Ambrosio è difficile aspettarsi il lavoro di Cafu e Roberto Carlos. Quando sul fondo ci va Candreva, e fa il cross, Icardi la raccoglie e la devia in porta: a dimostrazione che a ciascuno il suo.
A proposito di Candreva, quando entra in campo la partita gira, e l’Inter si rende spesso pericolosa. Eder e Perisic hanno fatto una partita condita da tanti errori, più l’oriundo che il croato, dimostrando un evidente ritardo di condizione.
L’eredità della preparazione Manciniana pesa. Due settimane d’oro ora per rimettere in ordine le idee e le gambe, e puntare lo Stadio Adriatico di Pescara: la squadra di Oddo, a pari punti con l’Inter, sarà un brutto cliente per quello che, assurdo a dirsi ora, sembra già un dentro o fuori per De Boer e l’Inter tutta.