SCONFITTO IN CAMPO, VINCENTE IN SOLIDARIETA’

Posted By on Set 30, 2016 | 0 comments


Massimo Fabi

La si doveva inevitabilmente ‘conoscere’, e la prima sconfitta del Sassuolo in campo internazionale arriva in casa del Genk in una serata in cui le tante assenze, sia a livello tecnico che di rotazione, hanno avuto un loro peso come ammesso dallo stesso Di Francesco. Sotto l’acqua della Cristal Arena finisce 3 a 1 per i fiamminghi biancoazzurri, ma a dispetto del risultato, l’atteggiamento e mentalità degli emiliani lasciano ben sperare per il proseguo del girone, giocando a viso aperto e non lasciandosi abbattere da un passivo che per impreparazione difensiva si è fatto sempre più largo. Semplicemente, si è venuti ad impattare con quell’intensità atletica ed insidie offensive tipiche dei palcoscenici europei, ancor più pericolose se si è fuori dalle proprie mura. Un ko, quindi, che può e deve essere salutare.
Club non datato il Genk, nato da una fusione di due società solo nel 1988, ma che negli anni ha saputo sfoderare talenti quali Courtois, Ferreira Carrasco, Origi e De Bruyne. Le ‘stelle promesse’ che ieri hanno illuminato la scena nonostante la pioggia battente sono stati il nigeriano classe 1996 Ndidi, playmaker sia elegante sia prezioso nell’interdizione, e il giamaicano del ’97 Bailey, ala mancina e pungente somigliante molto a Sterling. Reduci da una brutta sconfitta in campionato e dal ko amaro al debutto contro il Rapid Vienna, i belgi hanno giocato di cuore e ritmi alti, facendo un pressing tonico volto ad ostacolare sul nascere la manovra avversaria. Su sponda neroverde, subire due reti nei primi venticinque minuti è stato forse troppo severo, mettendo però in evidenza la prestazione deludente del reparto arretrato: Lirola soffre la tecnica di Susic, Peluso umiliato da Bailey, e messo al centro in coppia con Acerbi per urgenza, il poco reattivo Letschert fa rimpiangere seriamente Cannavaro risultando in ritardo su tutte e tre le reti di casa. Tutto fa esperienza. Per quanto i presupposti siano quelli giusti per un grande futuro tra umiltà, serietà ed entusiasmo, il Sassuolo in versione europea è del resto un ‘neonato’ sulla culla, non dimenticando le tante defezioni che ieri hanno ridotto le possibilità di scelta del mister oltre che le stesse chance di fare risultato. C’è inoltre quel neo arbitrale che consente di riconoscere un concreto alibi alla formazione emiliana: ad inizio ripresa, sul 2 a 0, Pellegrini viene steso appena dopo aver varcato la linea d’area. L’arbitro Liany indica la punizione, sbagliando: quel penalty avrebbe potuto cambiare il destino della partita. Per il Sassuolo sarà ora fondamentale non perdere a Vienna: oltre al rientro di Berardi, Di Francesco può esser ottimista pensando al Politano di ieri, costante spina nel fianco della difesa biancoblu, una vera delizia, l’ultimo ad arrendersi in un attacco poco incisivo.
Spazio infine alla solidarietà. Avversarie nel girone, Sassuolo e Genk collaboreranno al progetto
#unitialcentro volto a sostenere, attraverso la fornitura di un mezzo di trasporto, il proseguo presso l’Ascoli Picchio dell’attività calcistica per i giovanissimi della squadra di Arquata del Tronto, dopo la concessione dei campi locali alle persone terremotate e strutture di soccorso. Nel nome dello sport, ieri in fondo hanno vinto entrambe.

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