Luigi Pellicone
Gli uomini che non ti aspetti: Fazio, Paredes e Dzeko. Spalletti ha chiesto personalità alla Roma. E la riceve da chi, spesso, è stato troppo “buono”, come il centravanti bonsiaco o troppo incerti, come il centrale e il regista argentini. E non è un caso, che proprio nella partita in cui serviva la “garra” i sudamericani salgano in cattedra.
Dzeko è pienamente ritrovato, sotto l’aspetto psicofisico.7 gol in 8 partite. Una media alla Higuain, Un miracolo? Non esistono, nel calcio. I miglioramenti sono il frutto del lavoro. Il bosniaco è molto più “leggero” sia nei movimenti, che nella testa. Più agile, in prims. Una preparazione atletica adeguata, una dieta studiata ad hoc, lo hanno trasformato sul piano fisico. Su quello tattico, ci ha pensato Spalletti. Dzeko non è più il centravanti avulso dal gioco ma un meccanismo dell’ingranaggio di Spalletti. Arco e fionda. Basta leggere i numeri: fra lui e Salah, 11 reti e sei assist.
A proposito di meccanismi: occhio anche alla difesa. Nelle ultime uscite, sembra, finalmente, più registrata. Juan Jesus a sinistra è meno dannoso. La scelta di puntare su Federico Fazio si è rivelata felice. L’argentino, collocato in una difesa schierata, che non concede profondità e accetta il corpo a corpo, è un ottimo elemento: non ruba l’occhio, ma è difficilmente superabile nell’uno contro uno. Fondamentale, poi, la serenità nell’approccio alle situazioni di gioco. Il centrale Sbriglia, parecchie situazioni complicate, sia in fase di anticipo che di impostazione. Non è un “comandante” ma è la spalla ideale per Manolas, non a caso tornato a livelli importanti da quando si è costruita la “coppia”. Insieme, hanno cancellato Icardi e limitato il tridente del Napoli, ovvero quanto di peggio e più temuto possa offrire il campionato italiano. Spalletti ritrova la spina dorsale della squadra: portiere.
Ultimo capitolo dedicato a Paredes: si è ritrovato titolare, contro uno dei centrocampo meglio assortiti del campionato, in un ambiente caldo. L’argentino non si è scomposto, ha macinato palloni e chilometri senza perdere lucidità e ha tirato fuori una prestazione di assoluto spessore. Regge il confronto con Allan e Jorginho, sulla “ferocia”. Questa, la vera sorpresa. La tecnica, quella non è mai stata messa in discussione. Una partita riempita di personalità.