Dopo il 3-1 rimediato dalla Roma a destare preoccupazione è l’ultimo giocatore che ti aspetti.
Kalidou Koulibaly, è stato ed è la colonna portante della retroguardia partenopea. Raro vedere il centrale andare in confusione quando scende in campo: il più lucido, veloce, il più fisico, colui che prende per mano i compagni e da vero leader li guida nel modo migliore. Contro la Roma, però, più dolori che gioie per il giocatore classe 1991.
Inizio positivo: parte concentrato fino al momento in cui commette un grave errore nello scontro con Salah. Il centrale si intestardisce, tenta la giocata, ma cade a terra. Si aspetta un fallo e invece l’egiziano ruba il pallone e lo appoggia lì dove Dzeko può firmare il vantaggio giallorosso. Gol della Roma, figlio del peccato di presunzione.
Nella ripresa Koulibaly è complice, insieme a tutti i compagni, del gol dello 0-2. Poi, però, riporta in partita il Napoli. Da quel momento in poi la difesa non corre rischi: Kalidou contiene la corsa incessante di Salah, anticipandolo quasi tutte le volte. Però quando si trova a duellare con Dzeko va in affanno: il bosniaco è difficile da fermare e più di una volta è costretto a bloccarlo con un fallo. Nel complesso, una prestazione al di sotto delle aspettative: Koulibaly è un potenziale fenomeno e pochi hanno la padronanza del campo e dei tempi di gioco come la sua. Ha le caratteristiche per diventare un grande difensore, ma partite come queste sono esami importanti e non possono essere falliti perché a rimetterci non c’è solo la propria crescita personale, ma anche gli obiettivi stagionali della squadra.