Alessia Fratarcangeli
La lucidità e il bel gioco sembrano aver abbandonato il Napoli e Sarri non sa come e dove correre ai ripari. La partita contro il Besiktas ha evidenziato delle problematiche molto serie a partire dai tanti errori in fase di palleggio per passare, poi, agli ormai consueti strafalcioni in fase difensiva. I partenopei avrebbero potuto scrivere un importante traguardo con la terza vittoria in Champions su tre giornate, conquistando la quasi matematica qualificazione agli ottavi. Invece si ritrovano ad attraversare la prima vera crisi dell’era Sarri.
Le difficoltà della retroguardia sono evidenti e continueranno a tormentare il mister. La squadra continua a regalare gol agli avversari e anche stavolta in tutte e tre le azioni che hanno portato al gol la squadra turca c’è lo zampino delle disattenzioni dei difensori partenopei. Inoltre dato altrettanto preoccupante è quello legato all’assenza di Albiol: da quando lo spagnolo è finito fuori dal campo per un problema fisico, il Napoli ha perso ben tre partite, incassando sette gol. Koulibaly non riesce a sorreggere da solo il reparto, perciò ha bisogno dell’esperienza del compagno. Mancano, inoltre, concentrazione e lucidità: a prescindere dalle assenze, qualcosa sembra essersi rotto; gli errori individuali sono ormai troppo frequenti e il reparto non è più compatto come prima. Il centrocampo non aiuta a migliorare la condizione: Jorginho è il fantasma di se stesso, mentre capitan Hamsik è un grande combattente; ci mette grinta e tanta forza di volontà , ma il più delle volte non basta. Unica nota positiva arriva da Zielinski, che dà sempre ottimi segnali dal campo.
Anche per quanto riguarda il reparto offensivo la situazione è tutt’altro che rosea. All’assenza di Milik ormai ci si dovrà abituare, perciò non può essere un alibi. Di occasioni il Napoli ne ha avute durante i 90’, ma sono azioni costruite senza un nesso logico, quasi sempre azioni individuali, e la maggior parte delle volte la palla non prende mai lo specchio della porta. L’unica azione degna di nota è quella del gol di Mertens dell’1-1, che aveva dato uno spiraglio di speranza per l’andamento della gara. Il rigore sbagliato da Insigne non aiuta la situazione né i suoi rapporti con i tifosi partenopei, che lo hanno pesantemente fischiato alla sua uscita dal campo. Mertens e Callejon sono i pilastri da cui ripartire, mentre Gabbiadini, entrato a partita in corso, riconquista un po’ di fiducia segnando il 2-2 e vedendosi annullare il secondo gol.
Gli errori, quindi, oramai sono l’unica costante delle prestazioni del Napoli: il gioco non è fluido, privo di idee, gli interpreti in campo sembrano non avere stimoli o idee e a volte appaiono fin troppo stanchi fisicamente. E il dubbio inizia a insinuarsi nella mente dei tifosi: che il primo anno di Sarri, fatto di bel gioco e tanta grinta, sia stato solo un’illusione?